Si è svolto il 16 settembre scorso il webinar organizzato da Edagricole in collaborazione con Cifo dal titolo "Biostimolanti in orticoltura. Per ottimizzare l’uso dei mezzi tecnici".
L'incontro, andato in scena dalla sede di Cifo a S. Giorgio di Piano (Bo), ha coinvolto docenti universitari, agricoltori con esperienze di successo e gli stessi tecnici Cifo, che hanno fatto il punto sulle soluzioni a disposizione degli agricoltori.
«Da sempre le esigenze dell'orticoltura si coniugano con i biostimolanti. La nostra azienda vuole portare innovazione in questo settore investendo fortemente in ricerca e sviluppo» ha detto il responsabile marketing e commerciale Cifo Pierluigi Picciani introducendo al webinar. Ma vediamo di cosa si è parlato durante l'incontro.
Ferrante: «Ecco come funzionano i biostimolanti»
Ad aprire la parte più "scientifica" del webinar è stato Antonio Ferrante, docente all'Università di Milano.
Dopo aver delineato definizione e classificazione delle sostanze biostimolanti, Ferrante è passato a trattarne le qualità e gli aspetti su cui la ricerca deve ancora fare passi in avanti.
«Una particolarità dei biostimolanti deriva dal fatto che, quando applicati in condizioni di benessere della pianta dal punto di vista nutritivo, questi prodotti hanno meno effetto.
Invece, in condizioni sub-ottimali e di stress della pianta, i biostimolanti nelle ricerche hanno dimostrato la capacità di migliorare la qualità della parte aerea della pianta in termini di clorofilla e biomassa, anche dell'apparato radicale.
Ma attenzione però, c'è un effetto dose che può provocare conseguenze negative oltre un certo limite di applicazione.
Attenzione anche al momento di applicazione: se si applicano troppo presto, il prodotto non dà una risposta efficace. Ma, se li applichiamo al momento giusto e quando arriva lo stress, la pianta ne beneficia al massimo, contrastando l'effetto dello stress stesso».
La relazione del prof. Ferrante è disponibile cliccando qui.
Sellitto: «Il futuro è nei biostimolanti e nei microrganismi»
Altro intervento che arriva direttamente dal mondo della ricerca è stato quello di Vincenzo Michele Sellitto, professore all'Università di Timisoara in Romania. Sellitto ha parlato di come migliorare il rapporto tra il suolo e la pianta grazie ai microrganismi.
«Il suolo ha una biodiversità spiccata e molto variegata. Per questo il concetto di micro biomi e l'uso, quindi, di probiotici all'interno del suolo è associato a una maggior fertilità. Il suolo va gestito non solo considerando la componente chimica e fisica, pur importante, ma anche quella biologica.
È importante il rapporto comunicativo tra microrganismi e piante. Buona parte dei microrganismi che hanno relazioni con le piante hanno la capacità di entrare all'interno delle piante, che sono in grado di beneficiarne. Questa è la biostimolazione».
«L'utilizzo combinato, consapevole e scientifico, dei biostimolanti insieme ai microrganismi è il futuro dell'agricoltura. Lo posso affermare con sicurezza dato che mi occupo da tanti anni del tema, dal punto di vista divulgativo e scientifico» conclude Sellitto.
La relazione del prof. Sellitto è disponibile cliccando qui.
Mirko D'Angelo, Cifo: «Un apparato radicale in salute è fondamentale»
I vantaggi dell’uso dei biostimolanti al trapianto o alla semina e la possibilità di ottimizzare e migliorare l’assorbimento dei nutrienti sono stati gli argomenti affrontati dal tecnico e sales support Cifo Mirko D'Angelo.
D'Angelo ha sottolineato l'importanza di avere una base di partenza ottima per la pianta, con un apparato radicale che non deve causare rallentamenti durante la crescita.
«È per questo che proponiamo Radicifo, prodotto a base di alga Macrocystis, che aiuta la resistenza della pianta agli stress, con conseguenti vantaggi agronomici come il miglioramento della disponibilità di elementi nutritivi.
Un prodotto che ha un effetto triplice è BlockL. Aiuta la pianta grazie alla sua azione sia sull'apparato radicale, ma anche massimizzando gli effetti della fertilizzazione e stimolando il microbiota grazie a un'azione prebiotica.
Un'altra tematica importante è quella dei fertilizzanti. In questo senso, veniamo incontro alla richiesta di aumento di efficienza della fertirrigazione con la tecnologia Te.Co., grazie alla quale in particolare i microelementi risultano più protetti da fenomeni di retrogradazione e lisciviazione. I terpeni fungono inoltre da carrier, favorendo la rapida assimilazione dei nutrienti».
La relazione di Mirko D'Angelo è disponibile cliccando qui.
Massimo Andreotti, Cifo: «Calcio elemento fondamentale nella nutrizione»
Massimo Andreotti, sales support manager di Cifo, ha parlato delle esigenze del mercato. La richiesta va sempre più verso prodotti dall'ottima consistenza, conservazione e shelf life. In questo, l'elemento calcio inserito nella nutrizione della pianta aiuta molto.
«Il calcio è un elemento importante. Basti pensare al marciume apicale del pomodoro. Bisogna intervenire prima dei sintomi di carenza, perché in quel momento è troppo tardi per mantenere alta la produzione, anche dal punto di vista qualitativo.
Per questo Cifo propone un prodotto, Calcisan Green, che agisce per via floematica e non per contatto come gli altri prodotti, garantendo un'assimilazione ottimale della pianta. Tutto ciò è supportato dagli estratti dell'alga Macrocystis integrifolia».
La relazione di Massimo Andreotti è disponibile cliccando qui.
Esperienze di successo/1: Tenuta i Laghetti, Bergamo
Per il primo racconto di un'esperienza d'uso dei biostimolanti è stato mandato in onda un contributo video girato direttamente nell'azienda del bergamasco:
Dell'esperienza dell'azienda agricola Belussi ne avevamo già parlato in questo articolo.
Esperienze di successo/2: Comunità di San Patrignano
La seconda esperienza di successo è stata raccontata da Andrea Tozzo, responsabile delle produzioni orticole della Comunità di San Patrignano.
«Nei nostri due ettari di serre e cinque in campo aperto, utilizziamo ormai da anni con ottimi risultati i prodotti Cifo. Dal T34 sul pomodoro datterino agli altri prodotti biostimolanti su radicchio, cicoria, cavolo cappuccio e fragole, siamo complessivamente molto soddisfatti della loro azione».
La relazione di Andrea Tozzo è disponibile cliccando qui.
Le domande del pubblico sui biostimolanti
Domanda: considerando che la maggior parte degli estratti algali in commercio sono ottenuti per idrolisi, con processi piuttosto aggressivi che rompono alcuni componenti della biomassa, gli ormoni dei tessuti algali riescono a conservare la loro bioattività nel prodotto finale?
Prof. Ferrante: «In realtà la risposta adeguata del prodotto non deriva dalla concentrazione dell'ormone presente ma piuttosto dall'induzione, nella pianta, di un'attivazione fisiologica che porta alla biosintesi degli ormoni che servono in quel momento. In realtà a funzionare è l'insieme dei composti bioattivi».
Domanda: questi prodotti possono essere utilizzati in agricoltura biologica o biodinamica?
Prof. Ferrante: «La maggior parte di questi si, tranne alcuni prodotti di origine animale che sono vietati in alcune regioni (vedere i disciplinari) in agricoltura biologica».
Domanda: Nella coltivazione del pomodoro, l'uso dei biostimolanti può aiutare a prevenire gli attacchi degli insetti, come la Tuta absoluta?
Prof. Sellitto: «Si, possono aiutare a controllare gli insetti. Un esempio è quello dei microrganismi come Beauveria bassiana. La combinazione biostimolanti classici-microbici dà ottimi effetti (es. zeolite e Beauveria bassiana)».
Domanda: quali sono gli effetti a lungo termine, se presenti, dei biostimolanti sulle colture?
Massimo Andreotti, Cifo: «Si può ricorrere ai biostimolanti anche per migliorare il terreno, quindi avendo un effetto a lungo termine. È evidente che nel caso di un'applicazione fogliare il beneficio rientra nel ciclo colturale».
Domanda: i biostimolanti si possono applicare in miscela con altri trattamenti, anche di sintesi?
Massimo Andreotti, Cifo: «Tutti i nostri prodotti sono stati progettati per essere miscelati con qualsiasi altro trattamento».
Vorrei far notare al prof.Sellitto che la Beauveria bassiana è un prinicpio attivo registrato come Plant protection Productt e NON un biostimolante
Salve, si grazie della puntualizzazione, che mi dà anche l’occasione per meglio esprimere il mio pensiero, che è totalmente in linea con il suo. La Beauveria bassiana è un principio attivo registrato come Plant Protection Product.
Ho inoltre sottolineato nel mio intervento l’utilità e validità dell’utilizzo di questo fungo entomopatogeno.