Anche l’Olanda, con i suoi 10mila ettari di serre, sta vivendo un periodo complesso a causa della pandemia. Durante la “prima ondata” è parzialmente scomparsa la manodopera, provienente in gran parte dall’Est Europa. Il problema è stato risolto più dal ritorno di polacchi e dall’arrivo di rumeni che dall’assunzione di olandesi. E seppure le politiche governative hanno attutito gli effetti della crisi economica, non c’è dubbio che questi ultimi si sentiranno, soprattutto nel comparto delle ornamentali.
All'Olanda piace il fuori suolo
Essendo l’orticoltura protetta olandese orientata all’export (riguarda il 65% del totale), la combinazione di Brexit e crisi economica non fornisce molte certezze. Gli agricoltori però sono ottimisti e la loro filosofia rimane la stessa: un fornitore affidabile di prodotti di qualità il mercato se lo crea.
Tuttavia, il concetto di qualità non è lo stesso ovunque. Infatti, mentre il valore del made in Italy viene riconosciuto a molti prodotti alimentari, l’ottenimento del marchio Igp della Rucola della Piana del Sele non fa notizia in Olanda.
Qui quasi tutte le colture in serra sono fuori suolo e ai mercati (interni e d’export) va benissimo così, a causa della percezione che il fuori suolo contribuisca favorevolmente ai due aspetti di qualità ritenuti rilevanti per gli ortaggi da foglia: residui chimici e frazione di scarto.
Serre elettriche ed energia stoccata
Guardando al futuro, la defossilizzazione entro il 2040 richiesta dalla politica sarà possibile solo combinando varie soluzioni. Il mio gruppo di ricerca ha inaugurato recentemente la serra “prototipo 2030” tutta elettrica, che si serve dell’illuminazione artificiale anche come fonte di calore. Un sistema di raffreddamento/deumidificazione e pompe di calore raccoglie l’energia in eccesso per riutilizzarla quando c’è bisogno di riscaldamento nei brevi periodi di oscurità.
Prevedendo che queste serre in Olanda non saranno applicabili su larga scala, stiamo valutando come immagazzinare l’energia solare estiva in eccesso per reimpiegarla in inverno. Una bella sfida, all’insegna dell’economia circolare.