In questo momento così delicato, durante il quale gli orticoltori stanno assistendo alla lievitazione dei costi di produzione, sarebbe necessaria la formazione di un tavolo di crisi. Grazie a questo intervento, si potrebbero mettere in atto degli interventi legislativi a tutela del settore, già molto fragile per le crisi ricorrenti che è costretto a subire. Ma andiamo con ordine.
L'aumento dei costi
C’è una grande preoccupazione tra i produttori di Pomodoro di Pachino per l’aumento di alcuni fattori di produzione di questo fine campagna. Partiamo dai componenti metallici zincati utilizzati per la realizzazione degli apprestamenti serricoli: il loro prezzo è aumentato del +100% rispetto a luglio 2020 e ci sono forti difficoltà di reperimento della materia prima.
Segue lo stesso andamento il polietilene, materiale di copertura di serre e tunnel, il cui costo oggi è incrementato circa del +60% rispetto al mese di giugno 2020. Ovviamente questo aumento si ripercuote su tutte le tipologie di film plastici usati in serricoltura: dalla pacciamatura alla solarizzazione, fino al sottotetto.
Anche il materiale d’irrigazione è soggetto allo stesso trend: dai tubi di irrigazione, fino alle manichette e alle ali gocciolanti. Non ultimo, un ulteriore elemento che sta subendo un’impennata di prezzo sono i concimi minerali: si registrano difficoltà di reperimento sul mercato e quindi anche nelle consegne, a fronte di aumenti non ancora perfettamente definiti.
Le conseguenze sul mercato
Ciò si ripercuoterà immancabilmente nei costi di produzione del pomodoro e di altri ortaggi coltivati in serra, evidenziando il problema che attanaglia il settore: prezzi di vendita al di sotto del costo di produzione.
Questi disagi porteranno a un forte disavanzo nella prossima campagna 2021-2022, con effetti letali per le aziende e un forte rischio per la produzione e per la sopravvivenza delle imprese stesse. Le conseguenze ricadranno inevitabilmente sul livello occupazionale, mettendolo a rischio.
Bisogna formare un tavolo di crisi
Visto quanto riportato finora, si chiede la formazione di un tavolo di crisi che veda coinvolti, oltre alle istituzioni politiche regionali (presidente della Regione e assessorato all’agricoltura), le organizzazioni datoriali (Cia, Coldiretti, Confagricoltura) e quelle sindacali (Cgil, Cisl e Uil). Tutto questo è necessario al fine di mettere in atto degli interventi legislativi a tutela del settore, già molto fragile per le crisi ricorrenti che è costretto a subire.