I micro ortaggi di soia, chia, colza, girasole e lino contengono acidi grassi essenziali di tipo omega-6 (in particolare l’acido linoleico) e omega-3 (soprattutto l’acido alfa-linolenico).
È quanto emerge dai risultati di una ricerca condotta dai dipartimenti di Chimica e Scienze agro-ambientali e territoriali (Disaat) dell’Università di Bari.
Dai micro ortaggi composti benefici per salute umana
Nell’arco di circa tre decenni i micro-ortaggi hanno fatto molta strada in termini di importanza per la gastronomia e la nutrizione umana, afferma Pietro Santamaria del Disaat.
I micro-ortaggi sono plantule raccolte pochi giorni dopo la germinazione e ottenute da semi di piante edibili normalmente consumate nella forma matura.
«Prima erano semplici curiosità culinarie, proposte alla fine degli anni Ottanta da chef californiani per guarnire e abbellire i loro piatti. Oggi sono diventati oggetto di crescente interesse. Hanno la capacità di fornire composti benefici per l’uomo, come vitamine, carotenoidi, fenoli, glucosinolati, spesso presenti in quantità superiori a quelle dei corrispondenti prodotti maturi. In virtù di questo, nonché della possibilità di crescere in spazi ristretti e raccolti in tempi relativamente brevi, ne è stata ipotizzata anche la coltivazione in stazioni orbitanti o colonie spaziali, al fine di contribuire a una sana alimentazione degli astronauti con prodotti naturali vegetali».
In esame micro ortaggi di soia, chia, lino, girasole e colza
In tale contesto due gruppi di ricerca afferenti ai dipartimenti di Chimica e Disaat dell’Università di Bari hanno aperto un possibile nuovo fronte di interesse. Ne parla lo studio pubblicato sulla rivista internazionale Journal of Agricultural and Food Chemistry dell’American Chemical Society.
«Abbiamo preso in esame i micro-ortaggi di soia, chia, lino, girasole e colza, piante di cui vengono sfruttati a scopo alimentare prevalentemente i semi, o tal quali o per estrarne oli» informa Tommaso Cataldi del Dipartimento di Chimica.
«Nello studio abbiamo analizzato la componente lipidica dei cinque tipi di micro-ortaggio, in particolare i glicerofosfolipidi, costituenti fondamentali delle membrane biologiche, caratterizzati dalla presenza nella loro struttura di un’unità di glicerolo legata a un gruppo polare e a due acidi grassi a lunga catena.
Abbiamo utilizzato un metodo di analisi avanzato. È basato sull’accoppiamento fra la cromatografia liquida a interazione idrofila e la spettrometria di massa in trasformata di Fourier (Hilic-Ftms). Abbiamo riconosciuto nelle cinque tipologie di micro ortaggio circa 60 diversi glicerofosfolipidi nella loro forma intatta, suddivisi in quattro classi principali, in base alla natura del gruppo polare: fosfatidil-coline (PC), -etanolammine (PE), -gliceroli (PG), -inositoli (PI). La quantificazione ha evidenziato un contenuto rilevante (fino a 500-600 mg totali per 100 g di micro ortaggio liofilizzato) di tali composti soprattutto nei micro ortaggi di chia, lino e colza. Inoltre, nei cinque micro ortaggi si osservava una specifica distribuzione quantitativa delle quattro classi di composti».
Più acido alfa-linolenico rispetto ai semi
Lo studio delle strutture dei glicerofosfolipidi, puntualizza Ilario Losito del Dipartimento di Chimica, «ha messo in luce la frequente presenza in esse di acidi grassi essenziali di tipo omega-6, in particolare l’acido linoleico, e omega-3, soprattutto l’acido alfa-linolenico. Il confronto con studi precedenti, dedicati al profilo lipidico dei semi delle cinque piante in esame, ha evidenziato la tendenza all’aumento della quantità di acido alfa-linolenico nei micro ortaggi rispetto ai semi. L’effetto è risultato particolarmente evidente nel micro ortaggio di chia, in cui è stato stimato un quantitativo di circa 160 mg di acido alfa-linolenico per 100 g di prodotto liofilizzato, una quantità non trascurabile rispetto al fabbisogno giornaliero umano di tale composto, stimato fra 1 e 2 g».
Stimolanti prospettive nella ricerca sui micro ortaggi
Lo studio, conclude Santamaria, «apre nuove stimolanti prospettive nel già vivace contesto di ricerca sui micro ortaggi, suggerendo la possibilità di considerare quelli ottenuti da piante oleaginose come fonti aggiuntive di acidi grassi essenziali nella dieta quotidiana, un aspetto che potrebbe rivelarsi particolarmente interessante nell’ambito di diete di tipo vegetariano o vegano».