L’applicazione di una strategia coordinata di valorizzazione del prodotto florovivaistico ingauno, cioè ottenuto nel comprensorio che fa capo alla città di Albenga (Sv), a partire dalla produzione più importante sotto gli aspetti quantitativo e commerciale: il rosmarino coltivato in vaso di volume compreso tra 1,00 e 1,20 litri. È l’obiettivo dell’accordo di filiera “Aromi di Liguria”, il primo nella storia del comparto florovivaistico in Italia. Lo hanno sottoscritto da un lato i produttori agricoli e florovivaistici, le loro associazioni e il Distretto Florovivaistico del Ponente Ligure e dall’altro le imprese, i consorzi e le cooperative di commercializzazione.
Aromi di Liguria, accordo per il rosmarino in vaso
L’accordo di filiera è riferito alla produzione della più importante specie aromatica coltivata in vaso in Liguria, produzione concentrata soprattutto nell’area della Piana di Albenga. Questo comprensorio, che si estende sui territori amministrativi di diversi Comuni (Albenga, Ceriale, Villanova d’Albenga, Cisano sul Neva, Ortovero), è specializzato nella produzione di oltre 150 milioni di piante in vaso fra aromatiche e ornamentali, pari a circa il 20% della loro produzione nazionale.
L'accordo prevede per l’annata 2021-2022 il prezzo minimo consigliato di 0,71 €/vaso per l’acquisto alla produzione del rosmarino coltivato in vaso di volume compreso tra 1,00 e 1,20 litri categoria extra, salvo cause di forza maggiore. Rappresenta perciò un passo decisivo verso la valorizzazione e l’innovazione del prodotto florovivaistico ingauno dando valore e riconoscimento al lavoro delle aziende locali.
Norme precise per la produzione del rosmarino in vaso
Oltre a stabilire i rapporti tra i due gruppi di soggetti sottoscrittori, l’accordo di filiera include norme precise per la produzione del rosmarino in vaso:
- la co-progettazione del disciplinare di produzione, contenente le informazioni commerciali minime per l’appartenenza alla categoria extra;
- la definizione analitica dei costi alla produzione;
- il paniere di innovazioni su cui investire a livello di filiera: sicurezza alimentare (riduzione del numero e del quantitativo di residui dei prodotti fitosanitari, verso una strategia a “residuo zero”), sostenibilità ambientale (riduzione dell’uso delle plastiche di sintesi e introduzione progressiva di manufatti in materiali biodegradabili o compostabili) e tracciabilità (tracciatura del ciclo di produzione).
Miglioramento della produzione florovivaistica ingauna
Questo accordo di filiera è stato atteso per più di 30 anni, dichiara Giovanni Minuto, direttore del Centro Regionale di Sperimentazione e Assistenza Agricola (CeRSAA). «Esso rappresenta un rilevante passo avanti verso il miglioramento della gestione della produzione florovivaistica ingauna. Le aziende che firmano l’accordo accettano di partecipare all’avvio di un processo d’innovazione in termini di sicurezza, sostenibilità e tracciabilità e di perseguire obiettivi a breve e lungo termine che permettano di sostenere i prezzi alla produzione dando valore a quest’ultima, di conoscere le capacità produttive e di condividere investimenti in innovazione. L’accordo di filiera parte stabilendo un prezzo di riferimento per il vasetto di rosmarino, la specie aromatica più importante in Liguria, ma in futuro potrà applicare e sviluppare lo schema anche per le altre produzioni».
È l’inizio di una nuova fase per l’agricoltura ingauna
Per Luca De Michelis, presidente del Distretto Florovivaistico, l’accordo di filiera "Aromi di Liguria" è l’inizio di una nuova fase per l’agricoltura ingauna. «È un cambiamento importante da parte dei coltivatori della Piana di Albenga, abituati storicamente a reiventarsi, è una transizione verso la sostenibilità, è uno sforzo che è giusto che venga reso noto al consumatore e riconosciuto da esso».