Produrre piantine da orto in un territorio come la Capitanata, una piana stretta fra il Gargano e i monti Dauni, e quindi fredda durante l’inverno e caldo-afosa in estate, non è per nulla facile senza il supporto di adeguati impianti che temperino i rigori invernali o mitighino i calori estivi. Lo afferma Francesco Zannella, titolare dell’Azienda agricola ortovivaistica Zannella di Borgo Incoronata (Fg), attiva 12 mesi all’anno nella produzione di piantine da orto e punto di riferimento nel Foggiano e altrove, sin da quando è stata fondata nel 1983 dal padre Luigi, non solo per la qualità delle piantine ma anche per la modernità e funzionalità degli impianti.
«L’azienda Zannella è specializzata nell’offerta di piantine orticole per aziende agricole, cooperative agricole e Op del Foggiano (quelle di asparago anche per la Sicilia). Firmo ogni anno importanti accordi commerciali che non posso non onorare degnamente. Perciò la cura verso le piantine coltivate nelle serre è massima. Proprio grazie a tale sollecitudine, confortata dall’ausilio di impianti sempre al passo con i tempi e ben gestiti, autentico e vitale sistema nervoso dell’azienda, riesco sempre a soddisfare al meglio gli impegni assunti».
La temperatura
Il problema forse più assillante, a volte urgente, dell’azienda Zannella, lontana 40 km dal mare Adriatico e vicina meno di 30 km ai monti del Subappennino dauno, è proprio la gestione della temperatura, «che – evidenzia Zannella – durante l’inverno, a gennaio e febbraio, in caso di gelate e nevicate, può scendere, soprattutto di notte, anche sotto 0°C, mentre in estate può superare 40°C. In inverno controllo la temperatura mediante l’impianto di riscaldamento azionato da una caldaia alimentata da gasolio, con un aerotermo per campata; invece in estate sia con il continuo ricambio di aria attraverso le finestrature laterali e le aperture, al colmo o laterali, dei tetti delle serre sia con l’impianto ombreggiante interno e le reti ombreggianti esterne».
L’impianto di ombreggiamento interno, costituito da lamine di alluminio che riflettono i raggi solari, «è in alcune serre ad apertura automatica, mentre in altre ad apertura manuale. Aperto al massimo, toglie il 30% della luce solare. Lo apro nei mesi più caldi, da maggio a settembre, per ridurre l’effetto in serra della radiazione solare, ma anche durante l’inverno, di notte, quando la temperatura si abbassa, per evitare la dispersione del calore interno verso l’alto. Prima dell’estate, per ridurre la temperatura interna, i tetti delle serre vengono coperti con reti nere ombreggianti».
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