«Il tempo è scaduto. Se non ci sarà un rapido intervento di sostegno finanziario, le aziende incominceranno a licenziare e a chiudere i battenti. E potremo dire addio a una punta di diamante dell’agricoltura toscana e dell’intero comparto florovivaistico nazionale». A lanciare il grido d’allarme con un appello alle istituzioni nazionali e locali è Francesco Mati, presidente del Distretto rurale vivaistico ornamentale di Pistoia.
Il Distretto di Pistoia è il principale polo di produttori di piante vive in Italia, ai vertici anche a livello europeo. Secondo i dati provinciali 2019 della Camera di commercio, conta 1.450 aziende con 6mila ettari di superfici coltivate e circa 6mila addetti. Lo scorso anno valeva 733 milioni di euro di fatturato, di cui circa 500 milioni da export. Voce quest’ultima che «Dal 2017 era in trend positivo – sottolinea Mati – con una crescita delle esportazioni in valore di oltre il +7% nel 2019».
Con la crisi dovuta all’epidemia da coronavirus e del conseguente stato di emergenza in Italia e all’estero tutto è cambiato. «Negli ultimi 2 mesi – spiega Francesco Mati – l’attività commerciale delle aziende vivaistiche si è praticamente bloccata. In certi casi è arrivata al 10%, in altri al 20% o al 30%. Ma con alcune aziende scese addirittura a zero. E questo sostanziale blocco commerciale nel periodo cruciale dell’anno riguarda le piccole come le medie e le grandi aziende, è generalizzato».
«In tale contesto di mancati incassi i vivaisti del distretto si lamentano anche per la burocrazia e per le banche che rallentano gli aiuti, compresi quelli che il governo aveva promesso che sarebbero stati veloci. Dunque è facile capire in che situazione di crisi di liquidità ci troviamo».
«Davvero non c’è più tempo – conclude il presidente del Distretto vivaistico di Pistoia -, le nostre aziende hanno esaurito le risorse. Abbiamo urgente bisogno di un aiuto finanziario dai livelli di governo centrali e locali. Altrimenti si innescherà nel distretto un effetto domino che porterà alla distruzione di una importante eccellenza dell’agricoltura toscana e di tutto il made in Italy».