Protocolli di micropropagazione, coltura liquida, semi sintetici, metaboliti secondari, colture in vitro applicate alla biologia molecolare, embriogenesi somatica nella conservazione e nel miglioramento genetico, effetto di fattori biotici e abiotici nelle colture in vitro.
Sono stati questi i temi al centro della IV edizione del "Convegno nazionale sulla micropropagazione: un incontro fra gli operatori di settore e della ricerca – VitroSOI 2022”, promosso dal Gruppo di lavoro SOI “Micropropagazione e tecnologie in vitro” e organizzato, per la prima volta in Italia meridionale, dal Dipartimento di scienze agro-ambientali e territoriali dell’Università di Bari.
Micropropagazione e vivaismo in Italia
Da più di 30 anni la micropropagazione è un importante settore produttivo all’interno del vivaismo italiano, afferma Maurizio Lambardi, ricercatore dell’Istituto per la BioEconomia (Cnr-Ibe) di Sesto Fiorentino (Fi) e membro del comitato scientifico del convegno.
«Infatti in Italia operano circa 30 laboratori commerciali di micropropagazione, i quali producono oltre 45 milioni di piante di elevata qualità genetico-sanitaria, suddivise fra specie orticole, specie da fiore reciso, specie ornamentali da giardino e da interno, specie da frutto e portinnesti. Ma la micropropagazione e la coltura in vitro in senso generale costituiscono oggi anche un importante strumento per la conservazione della biodiversità, per la valorizzazione delle produzioni vegetali e per la protezione del territorio».
Micropropagazione al servizio della produzione
Il convegno, informa Giuseppe De Mastro, docente del Disaat e convener del convegno, «si è articolato in tre giornate di relazioni, comunicazioni e dibattiti su innovazione nel settore della micropropagazione, nuove tendenze nella produzione commerciale, ruolo delle piante madri e risanamento, applicazioni biotecnologiche della coltura in vitro ed embriogenesi somatica e altre tecniche rigenerative, con l’intento di stimolare il confronto e la collaborazione tra addetti ai lavori dell’intero comparto del vivaismo ortoflorofrutticolo e dell’imprenditoria di settore, rivolgendosi sia al mondo della ricerca che a quello della produzione».
Novità di questa quarta edizione, aggiunge Claudia Ruta, docente del Disaat e altra convener del convegno, «è stata la particolare attenzione verso i percorsi di formazione professionale nella micropropagazione. Questo per una duplice finalità: confrontarsi sulla effettiva richiesta di mercato di professionalità specifiche nel campo dell’imprenditoria di settore e favorire un’interazione sistematica e più efficace con il mondo del lavoro per la progettazione e/o il miglioramento dei corsi di studio dedicati».
Innovazione nell’acclimatazione delle piante da vitro coltura
La propagazione delle piante in vitro ha assunto sempre più importanza nello scenario internazionale, sviluppando in laboratorio protocolli sempre più efficienti sia in campo ortofloricolo sia in quello frutticolo. La crescente necessità di ottimizzare l’efficienza produttiva limitando i costi unitari ha posto una maggiore attenzione verso la fase di acclimatazione in serra, considerata sempre cruciale nei bilanci aziendali sia per l’alta incidenza sui costi di produzione sia per il ruolo svolto verso la qualità del prodotto finale, evidenzia Andrea Vitale, consulente di micropropagazione e serre.
«Le aziende di micropropagazione considerano oggi l'acclimatazione un fattore strategico per potenziare la produzione del laboratorio, ridurre i costi aziendali e ottenere piante qualitativamente superiori. Infatti il recente sviluppo dei materiali sviluppati sotto copertura ha permesso il trasferimento della fase di radicazione dal vitro al vivo con conseguente accorpamento delle fasi di radicazione e acclimatazione. La fase ex vitro presenta inoltre un ampio margine di miglioramento, da un lato facendo affidamento sulle innovazioni tecnologiche, dall’altro puntando all’utilizzo di prodotti biologici e biostimolanti che riducono le fonti di stress biotico e abiotico».
Alcuni interventi sulla produzione orticola e floricola
Numerosi interventi, fra relazioni dirette e poster, hanno riguardato la produzione orticola e floricola.
Ecco alcuni esempi: la valorizzazione della biodiversità di ecotipi di carciofo pugliese, mediante risanamento e caratterizzazione molecolare; micropropagazione in vitro del mirto (Myrtus communis) mediante tecniche convenzionale e la coltura liquida con bioreattore ElecTIS; prove di risanamento di varietà antiche di crisantemo da fiore reciso; la propagazione in vitro di Chimonanthus praecox nell’ambito della identificazione di specie ornamentali multifunzionali; la messa a punto di protocolli di rigenerazione in vitro in Ocimum basilicum cv. FT Italiko, finalizzati al miglioramento genetico via “genome editing”; colture in vitro e rigenerazione in carota di Polignano.