Pomodoro da mensa, qualità e reddito con l’ibrido giusto

pomodoro da mensa
Sapore, colore, forma, consistenza e shelf life. Queste le richieste del mercato per quanto riguarda il pomodoro da mensa, dopo un periodo nel quale hanno prevalso calibro ed estetica. Dal campo i produttori chiedono una giusta remunerazione per il loro lavoro. Come coniugare tutte queste esigenze? Scegliendo la giusta varietà da coltivare

Grazie alla ricerca genetica oggi gli imprenditori agricoli e i consumatori possono scegliere tra un’ampia gamma di varietà di pomodoro da mensa da coltivare e acquistare.
Del resto i pomodori sono la seconda specie orticola più acquistata dalle famiglie italiane, preceduti solo dalle patate. I pomodori rappresentano circa il 15% delle quantità di verdure consumate in Italia. Che la specie sia apprezzata lo dimostra anche l’indice di penetrazione che è fra i più elevati del comparto ortofrutticolo con valori che si posizionano mediamente sul 96% delle famiglie. La produzione di pomodoro da mensa in Italia sfiora il milione di tonnellate, su una superficie di circa 25mila ettari (totale coltivazioni in serra e in pieno campo).

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La varietà Jonico F1 di Esasem della tipologia Sanmarzano

Pomodoro, cosa chiede il mercato

Il pomodoro da mensa italiano deve competere con quello d’importazione, ma negli ultimi anni i consumatori cercano sempre di più l’origine italiana e soprattutto il sapore, caratteristica che in passato era stata sacrificata a vantaggio di calibro, aspetto, peso e shelf life.
L’obiettivo della grande distribuzione è quello di soddisfare i bisogni del singolo individuo offrendo un’ampia offerta all’interno della stessa categoria di prodotto. E proprio grazie alla ricerca genetica, il consumatore trova nell’ambito del pomodoro da mensa un’ampia diversificazione: dal frutto tondo di grossa pezzatura al mini-cherry da 25 g, dal frutto allungato al datterino, dal prodotto con leggera invaiatura al maturo, dal frutto rosso al giallo.
Negli ultimi anni è cresciuta la richiesta di frutti allungati soprattutto nel frutto lungo 8-10 cm da 140-160 g: sono frutti per insalate, molto semplici da preparare e completamente utilizzabili. Sono in crescita anche la richieste dei mini-plum (datterino), dal sapore intenso.
In calo invece la richiesta dei frutti di grossa pezzatura, sia del frutto singolo che del grappolo maturo. La difficoltà nella gestione di un frutto grosso e il suo sapore, quasi sempre neutro, portano a variare le scelte d’acquisto.

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La varietà Porpora F1 di Esasem della tipologia Cherry indeterminato

Cosa chiedono i produttori

Il problema di tutti gli imprenditori agricoli è far quadrare i conti e ricavare un guadagno dignitoso dal proprio lavoro. Per centrare questi obiettivi in un mercato sempre più competitivo, con un clima sempre più imprevedibile e un’elevata volatilità dei prezzi, diventa sempre più importante non commettere errori in campo, a partire dalle sementi, per arrivare alla commercializzazione del raccolto.
Nel caso del pomodoro da mensa serve un frutto che unisca l’ottima presentazione (forma, pezzatura, colore, consistenza, ecc.) con gli aspetti qualitativi (sapore, zuccheri, acidi, ecc.). Dopo aver soddisfatto questi requisiti commerciali vengono valutati i requisiti agronomici. La richiesta si rivolge a varietà che abbiano le maggiori resistenze genetiche ai patogeni della coltura.
Un altro elemento fondamentale è l’adattabilità della varietà alle diverse epoche di coltivazione. L’obiettivo è infatti di poter offrire il prodotto per tutto l’anno, ma per permettere la raccolta da ottobre ad aprile non basta coltivare nel sud Italia e disporre di serre: servono varietà idonee. Le variabilità climatiche si sono accentuate e le varietà adattabili sono preferite.

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Cosa offre Esasem: ricerca al servizio della qualità

I breeder Esasem conducono intensi programmi di ricerca per costituire ibridi F.1 ben caratterizzati, facendoli passare poi al vaglio di severi test selettivi condotti nella sede aziendale, ma anche nelle più tipiche aree di coltivazione, in Italia e all’estero.
Numerose sono le tipologie di pomodoro da consumo fresco di cui la ricerca si occupa, a partire dall’insalataro di grande pezzatura e per raccolta a frutto singolo, sino a giungere al ciliegino e datterino, da raccogliersi a racemo intero, con frutti mignon dalla polpa croccante e saporosa.
Nel catalogo di pomodori da mensa Esasem si trovano varietà con caratteri molto logici e attitudini produttive che vanno incontro alle richieste dei mercati e quindi dei consumatori, che tengono conto della stagionalità e dell’ambiente di coltivazione (ad es. la serra).
Con il claim “il seme della ricerca” Esasem ha voluto sintetizzare la mission aziendale, la ricerca di nuove varietà per offrire prodotti ottimali in grado di apportare innovazione e sviluppo al mercato orticolo professionale.
I prodotti Esasem esaltano il sapore made in Italy rispettando allo stesso tempo un’elevata conservabilità per tutta la filiera commerciale.
Grazie agli ottimi risultati produttivi, gli ibridi dell’azienda veronese garantiscono la sostenibilità delle aziende orticole anche perché offrono un’importante gamma di resistenze e tolleranze genetiche alle patologie.

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La varietà Samori F1 di Esasem della tipologia Midi plum

La resistenza alle principali patologie

Anche il pomodoro da mercato fresco va difeso dalle malattie. E dato che la coltivazione si sta spostando sempre più verso la serra, il proliferare di insetti parassiti e lo sviluppo di pericolose masse di inoculo, funginee, batteriche e virali aumenta sotto i teloni. I ricercatori Esasem operano per associare ai genotipi in fase di selezione geni per la resistenza nei confronti delle tracheomicosi e del Fusarium radicis lycopersici in particolare, della cladosporiosi, dei nematodi e di alcuni tra i virus più dannosi, quali il ToMV, il Tylcv e il Tswv, una virosi, quest’ultima, diffusa anche in pieno campo sul pomodoro da industria.
Grazie anche alla collaborazione con primari istituti universitari, italiani e stranieri, l’insorgere delle malattie viene monitorato con tecniche fitopatologiche quali il Das-Elisa; i geni per la resistenza vengono preparati e quindi inseriti nelle linee “inbred” con l’incrocio, il back-cross e la selezione individuale, la resistenza acquisita viene infine confermata con l’utilizzo di metodologie molecolari innovative e con l’impiego dei marcatori molecolari.

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Bartolo Aprile accanto ai pomodori all'interno di una delle sue serre

Il parere di chi ha scelto Esasem: «Qualità e resistenza incredibili»

Bartolo Aprile, 55 anni, da oltre trenta coltiva pomodoro in serra a Scicli in provincia di Ragusa. Il terreno su cui insistono gli impianti è a un’altezza di 70/80 metri sul livello del mare. Nel 1993 ha rilevato l’attività dal padre e da 15 anni è cliente di Esasem. L’imprenditore siciliano esegue i primi trapianti a settembre e la campagna si protrae fino a giugno. La produzione media è di 700 quintali. Il raccolto è conferito alla cooperativa Costa dei sapori.
Aprile coltiva quasi esclusivamente il datterino Lobello F1 di Esasem, mentre da quando fa una seconda campagna inserisce anche una quota di Ciquito.
«Il Lobello è una varietà che mi dà molte soddisfazioni – afferma Aprile – il frutto è cilindrico-periforme con apice stilare ben arrotondato di notevole regolarità nel grappolo e tra i vari palchi. La pezzatura media è di 18-22 grammi, la lunghezza 40-45 mm e il diametro 25 mm. La colorazione è rossa intensa e brillante, la maturazione rapida e concentrata. Il sapore è notevole grazie anche all’elevato contenuto zuccherino – spiega Aprile – ma una delle caratteristiche che fa davvero la differenza è l’elevata resistenza alle spaccature».
Con il clima sempre più imprevedibile degli ultimi anni gli sbalzi di temperatura sono sempre più frequenti quindi è fondamentale scegliere varietà che subiscano il meno possibile gli inconvenienti del meteo. «Lo scorso inverno è stato freddo – racconta Aprile – ma il Lobello ha risposto alla grande».
L’allegagione è notevole e costante nelle varie epoche di trapianto e in condizioni sia di alte che basse temperature; questa prerogativa ne permette l’impiego in tutte le epoche di coltivazione. «Tra i principali attacchi che le piante di pomodoro devono affrontare ci sono quelli di virosi e afidi – precisa l’imprenditore siciliano – ma Lobello F1 ha mostrato un’elevata resistenza che permette di ottenere un raccolto ottimale».

Pomodoro da mensa, qualità e reddito con l’ibrido giusto - Ultima modifica: 2019-06-04T09:03:27+02:00 da Simone Martarello

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