Meccanizzazione in orticoltura, le ultime tendenze

    meccanizzazione orticoltura
    Optyma, sarchiatrice a controllo ottico (Oliver Agro)
    Con automazione e sensoristica al centro, l’agricoltura di precisione guida l’innovazione nelle ditte costruttrici di macchine agricole. Tra le varie proposte, spingono le sarchiatrici. E anche la propulsione elettrica si fa strada

    La meccanizzazione in orticoltura tende sempre di più all’automazione. Si tratta di un’evoluzione inarrestabile, utile a semplificare il lavoro dell’uomo e/o necessaria a renderlo possibile, veloce e accurato.

    L’agricoltura di precisione continua a farsi strada. L’utilizzo di sensori è ogni giorno più comune e, come testimoniano molti agricoltori, «una volta che li si è provati, non si torna più indietro».

    In generale, i reparti di ricerca e sviluppo delle case costruttrici mirano a incrementare la velocità di lavoro e a ridurre il peso delle macchine. Quest’ultimo punto, necessario a risparmiare materiale di costruzione e a ridurre i consumi, ha anche delle conseguenze positive sul suolo (che negli ultimi decenni è stato spesso maltrattato da una meccanizzazione troppo spinta). Infatti, a parità di utilizzo le macchine più leggere provocano un minor compattamento e tutelano maggiormente struttura e fertilità del terreno.

    Spopolano le sarchiatrici

    Nell’ultimo decennio l’orticoltura biologica ha guadagnato terreno. Dal 2009 al 2019 le superfici sono più che raddoppiate, passando da 18mila ettari iniziali agli oltre 38mila dello scorso anno (dati Sinab). Questo ha avuto numerosi effetti, tra cui l’incremento delle vendite di sarchiatrici e la loro forte innovazione tecnologica, che ha riguardato soprattutto l’inserimento di sensori ottici.

    Tra le varie tecnologie, si menziona Robocrop InRow di Garford, che analizzando video e immagini distingue le piante coltivate dalle infestanti e rimuove meccanicamente queste ultime sia nell’interfila che sulla fila. Sviluppata appositamente per gli ortaggi da trapianto, Robocrop InRow può essere usata sulla maggior parte delle coltivazioni aventi sesto d’impianto regolare. La velocità di avanzamento arriva a sarchiare 4 piante al secondo e si possono lavorare fino a 18 file alla volta. La larghezza di lavoro è di 6 m.

    Poi c’è Optyma, recentemente lanciata sul mercato dalla ditta veneta Oliver Agro. Questa sarchiatrice lavora il terreno tra due lattughe a distanze che talvolta superano di poco i 5 cm. Lo fa grazie a una fotocellula e a un sistema brevettato di trasmissione dati. Il sensore apre e chiude due coltellini rotanti che incidono le radici delle infestanti sulla fila e si ritraggono prima che la lattuga successiva arrivi nel loro raggio d’azione. L’azionamento dei coltelli è pneumatico, mentre la raccolta dati avviene evidentemente per via elettrica.

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    Greencam, sistema di guida autonoma di Maintech

    Soluzioni simili sono adottate anche da altri marchi. Maintech, ad esempio, propone Greencam. É un sistema elettronico di guida autonoma applicabile a qualsiasi tipologia di sarchiatrice, che lavora tra le file. L’interfaccia è applicabile fra il trattore e l’attrezzo e la velocità di spostamento viene adeguata a quella del trattore attraverso un sensore collocato sulle ruote.

    Sensoristica per la raccolta

    La sensoristica di ultima generazione è ampiamente utilizzata per la raccolta delle orticole. In particolare, le ditte costruttrici lavorano per aiutare gli agricoltori a soddisfare una delle richieste più importanti per la grande distribuzione: la regolarità nell’altezza di taglio della pianta.

    La prima macchina da menzionare tra queste non può che essere la raccoglitrice semovente Slide Trax di Hortech, tra i vincitori del concorso Novità tecniche 2020-21 di Eima. Adatta per le insalate di IV gamma, è dotata di sensori elettroidraulici che garantiscono un taglio accurato alla velocità e all’altezza desiderata. Ha una capacità di carico di 5 tonnellate e può essere equipaggiata per incassettare il prodotto direttamente sul campo, scaricarlo sul rimorchio con un nastro laterale oppure farlo risalire al piano di lavorazione tramite dei nastri guida. Inoltre, è disponibile il pilota automatico di guida con velocità impostata in base al prodotto da raccogliere.

    Degno di nota anche il nuovo sensore a infrarossi Magic Dimension di Ortomec, anch'esso efficace per tagliare le piante all’altezza desiderata. L’operatore si limita a selezionare con un pulsante la lunghezza del prodotto da raccogliere e il sensore applicato alla raccoglitrice fa tutto il resto. Una volta acquisite le misure richieste, il software di Ortomec permette alla macchina di aggiornare continuamente la distanza tra il sensore e le foglie. Nell’elaborazione dei dati, l'algoritmo è in grado di riconoscere e tralasciare le misure rilevate su eventuali erbe infestanti o avvallamenti del terreno, permettendo di eseguire un lavoro molto accurato.

    Magic Dimension, sensore a infrarossi di Ortomec

    Le macchine elettriche

    L’impiego dell’energia elettrica permette di installare sensori di vario tipo, aumentando a dismisura la reattività dei vari attuatori. Ma sono sempre di più i costruttori che usano l’elettricità anche come strumento per la trazione. Questo porta numerosi vantaggi: riduce l’impatto ambientale, previene l’inquinamento acustico e soprattutto non espone il personale ai fumi di scarico.

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    Slide Eco, raccoglitrice elettrica di Hortech

    Le macchine elettriche presenti sul mercato sono tante. Si ricorda Slide Eco di Hortech, la raccoglitrice elettrica per le orticole da taglio dotata di motore da 30 kW alimentato da una batteria con 16 ore di autonomia e ricaricabile 1.500 volte.

    Menzioniamo ancora Ortomec, che propone le raccoglitrici 8400 Electro Foglia, su ruote, e 7400 Electro Foglia, su cingoli. L’ultimo modello di raccoglitrice elettrica di questa ditta è 8450 Electro, una macchina di importanti dimensioni per aziende con grandi estensioni, predisposta per le serre.

    Anche De Pietri si inserisce nel gruppo, avendo lanciato due falcia raccoglitrici elettriche semoventi: Fr 38 Eco e Fr 38 Eco Special. La prima, destinata alla raccolta in serra o in pieno campo di ortaggi freschi da quarta gamma e da industria, è comandata elettronicamente da un joystick, ha velocità di lavoro regolabile, è dotata di guida automatica e possiede un dispositivo di arresto e ripresa automatica della velocità preimpostata. Fr 38 Eco Special, invece, è progettata per la raccolta di valeriana e simili. Dispone di una barra falciante brevettata, dotata di una lama con profilo speciale per lavorare sotto il livello del terreno.

    orticoltura in serra
    Fr 38 Eco, falcia raccoglitrice elettrica di De Pietri

    Per la pulizia del raccolto da corpi estranei, invece, De Pietri propone Ts Cleaner Eco. Costruita completamente in acciaio inox, può essere montata sia sul pianale della macchina sia a fine linea. La velocità del nastro e degli sbattitori è regolabile dall’utilizzatore.

    orticoltura raccolta
    Multis, macchina elettrica di Eco Green

    Si conclude la carrellata con un’azienda completamente specializzata nel comparto elettrico: l’emiliana Eco Green. Tra le sue tante proposte spicca Multis: una macchina elettrica per la raccolta di zucchine, melanzane, peperoni e altri ortaggi, che si contraddistingue per la sua elevata versatilità.

    Può ospitare una postazione di raccolta centrale oppure due postazioni laterali; ha carreggiata regolabile da 120 a180 cm e uno spazio utile dal suolo di 1 m, che consente di non danneggiare le piante al suo passaggio. È dotata di 2 motori da 1.000 W ciascuno e 4 batterie da 240 A l’una con 16 ore di autonomia. È disponibile anche con alimentazione a pannelli solari e con rullo dentato per il trapianto.

    Meccanizzazione in orticoltura, le ultime tendenze - Ultima modifica: 2020-10-26T09:27:58+01:00 da Paola Cassiano

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