Pandemia, crisi energetica, aumento dei prezzi e difficoltà di approvvigionamento delle materie prime stanno mettendo a dura prova il settore del florovivaismo. Già da oltre un decennio il comparto soffre di una mancata o ridotta redditività a causa della continua incertezza del mercato per una serie di problematiche che, negli ultimi anni, stanno mettendo a rischio tutto il settore produttivo.
Il rilancio mancato
Dopo l’emergenza Covid si stava per intravedere un rilancio legato a una maggiore attenzione degli italiani per piante e fiori. Ma ora l’aumento dei costi e le difficoltà di approvvigionamento stanno nuovamente mettendo in crisi le aziende.
Il New green deal ha cominciato a dare risultati positivi al nostro settore nella primavera scorsa, tra le più positive degli ultimi anni in termini di vendite di piante a fiori, facendo riscoprire l’importanza del nostro comparto. Questa scintilla si è però esaurita troppo presto, prima a causa delle conseguenze della pandemia e ora per ciò che sta generando sul sistema produttivo mondiale la guerra in Ucraina.
Le aziende florovivaistiche sono oggi costrette a fronteggiare gravissime difficoltà di approvvigionamento delle materie di cui hanno bisogno per le loro produzioni, con folli rialzi di prezzo che mettono a rischio la loro sopravvivenza.
Manodopera e problemi fitosanitari
Anche la grave mancanza di disponibilità di manodopera distratta da sussidi e da altri contributi statali è un elemento determinante, per non parlare della grande difficoltà con i trasporti a causa dell’impennata dei carburanti.
Sono sempre maggiori anche le problematiche fitosanitarie che colpiscono le nostre produzioni a causa della diffusione di organismi nocivi che provengono da altri Paesi. Questa criticità porta a blocchi della commercializzazione sia sul territorio nazionale che internazionale, creando importanti danni economici che derivano da costi aggiuntivi per la difesa fitosanitaria e per la mancata vendita.
Servono nuove risorse
Una spinta positiva è arrivata dal bonus verde, fortemente voluto da Coldiretti, che nell’ultima legge di bilancio è stato rinnovato per il triennio 2022-2024: un passaggio importante, anche se è ancora troppo debole la percentuale di detraibilità, che è rimasta al 36%. Data l’importanza del verde a livello ambientale e climatico, soprattutto nelle nostre città, ci aspettiamo nuove risorse anche da parte del Ministero della transizione ecologica per la copertura dell’innalzamento della percentuale detraibile, come già avvenuto per gli altri bonus.
L'autrice è presidente Assofloro e coordinatrice nazionale della Consulta florovivaismo di Coldiretti