Il girasole rappresenta un importante specie floricola nel panorama floricolo campano interessando una superficie stimata in circa 40 ettari tra le province di Napoli e Salerno.
Le varietà impiegate per la produzione di fiori recisi si differenziano secondo il periodo colturale: in inverno, con cicli che si effettuano tra settembre e novembre, si utilizzano varietà adatte alla scarsa luminosità della stagione fredda. Le tradizionali varietà impiegate, tra cui la più diffusa è Luxor, sono molto tardive, con ciclo che dura tra i 120 e i 180 giorni, secondo il periodo di coltivazione.
La scelta migliore
Con queste varietà il trapianto rappresenta la scelta migliore poiché le piantine allevate in contenitore perdono il fittone subendo uno stress che favorisce l’accorciamento del tempo necessario alla fioritura. Diversamente, procedendo con la semina, il periodo colturale risulterebbe eccessivamente lungo, considerando anche che il seme nella stagione fredda impiega più tempo per germinare e che il ricorso alle piantine abbrevia il tempo di occupazione del suolo da parte della specie. Altri vantaggi garantiti dal trapianto sono la maggiore uniformità di crescita e fioritura e minori fallanze, che sempre si riscontrano con la semina sia perché il seme non presenta il 100% di germinabilità sia perché lo stesso è appetito da uccelli e piccoli roditori e anche perché potrebbero verificarsi condizioni ambientali sfavorevoli nella fase di germinazione.
La presenza di fallanze, oltre a comportare un ulteriore aggravio di spesa per il mancato raccolto, incide sulla qualità dei fiori derivanti dalle piante provenienti dai semi. Quelle fuoriuscite per prime, infatti, prevalgono sulle altre con un aumento dei fiori di piccole dimensioni non richiesti dal mercato. D’altro canto, però, il costo del trapianto, rappresentato dalla spesa per l’acquisto delle piantine e dell’onere di manodopera necessaria per l’operazione, è superiore a quello della semina.
Nuove varietà
Negli ultimi anni la ricerca ha messo a disposizione dei floricoltori nuove varietà adatte alla stagione invernale più precoci, come ad esempio Amalfi, Stromboli, ecc.. Queste varietà presentano ciclo di 90-120 giorni, fioritura omogenea ed un colore più verso l’arancio. In questo caso i produttori possono optare anche per la semina, che sicuramente consente un minor onere economico, e la scelta tra questa e il trapianto è a discrezione del produttore ed influenzata solo dall’organizzazione interna riguardo alla manodopera e ai cicli di coltivazione aziendali.
Il ricorso al trapianto per i cicli primaverili, invece, è sconsigliato poiché le varietà utilizzate in questo periodo sono precoci e l’impiego di piante allevate in contenitore ridurrebbe ulteriormente il periodo di coltivazione con la conseguenza di avere fiori molto piccoli e, quindi, non rispondenti alle richieste del mercato. Viceversa, l’impiego del seme, che tra l’altro germina in soli 2-3 giorni, non solo consente un risparmio economico ma anche uno sviluppo ottimale assicurato dall’apparato radicale fittonante che garantisce alla pianta una migliore nutrizione sia idrica che minerale.
Produttività
Il programma produttivo per i cicli primaverili estivi, che hanno lunghezza variabile tra i 50 e i 90 giorni, prevede semine effettuate due volte a settimana, mentre nel caso di cicli autunno – invernali si procede al trapianto ogni quindici giorni. La germinazione varia dai 4-5 giorni nel caso della varietà Amalfi seminata in serra ai due giorni quando si utilizzano varietà estive come Vincent e Vesuvio, sia in serra sia in pieno campo, in relazione alle diverse temperature del periodo di semina. Naturalmente, la germinabilità delle cultivar in commercio si aggira tra il 90 e il 95%.
Il seme è venduto a numero: solitamente le confezioni sono da 10 mila semi e il prezzo medio si aggira sui 200 euro/confezione. I vantaggi dell’impiego del seme sono legati anche alla sua facile manipolazione, poiché è grande e facilmente utilizzabile a mani nude o con semplici seminatrici artigianali. Inoltre, se il seme non germina il danno immediato appare piuttosto contenuto poiché il costo unitario è basso e l’impegno di manodopera per la semina è modesto.
In conclusione, la scelta tra semina e trapianto non dipende tanto da fattori economici quanto piuttosto da aspetti tecnici. Mentre in primavera – estate appare scontato il ricorso alla semina nel periodo autunno – invernale la scelta tra le due tecniche è influenzata dalle scelte del floricoltore riguardo alla varietà e all’organizzazione aziendale.