Le rose coltivate in vaso afferiscono a varie tipologie: a “fiore piccolo”, comunemente definite “roselline”, rampicanti con fiore di vario tipo (grande, a “cascata”, profumato, ecc.), a “fiore grande” (cespugliose), paesaggistiche (a cespuglio o striscianti); tutte comprendono un ampio assortimento di colori e di varietà.
In questo articolo verranno affrontati gli aspetti relativi alle esigenze-pedo climatiche e gli interventi colturali; in un prossimo articolo tratteremo gli aspetti relativi ai cicli di coltivazione e a quelli economico-commerciali.
Esigenze climatiche
Variano a seconda del tipo di ciclo condotto. Nelle coltivazioni a ciclo corto condotte in serra, dopo circa due settimane dall’impianto delle talee (da quando le radici iniziano ad allungarsi fino alla spaziatura) e con luce non limitante, la temperatura ideale è di 20-22 °C, ventilando a partire da 24-25 °C; in seguito i valori termici sono regolati a 19-20 °C, ventilando a 22-23 °C, e poi a 18 °C in fioritura.
Nel ciclo lungo, le temperature basse (12 °C) nelle prime 3-4 settimane di forzatura comportano un notevole aumento del numero di gemme che non portano il fiore (“cieche”).
Le talee delle piante a ciclo lungo destinate alla decorazione dei giardini vengono solitamente invasate in estate; qualora fossero invasate in inverno vanno coltivate a temperature di 21-24 °C di giorno e 16-18 °C di notte, per poi ridurre i valori termici in fioritura.
Le piante innestate, acquistate dopo un anno dall’innesto, vengono invasate durante l’inverno e tenute all’aperto a 5 °C in modo da consentire lo sviluppo di nuove radici; nelle prime due-tre settimane di forzatura una rapida e omogenea germogliazione viene favorita da una temperatura diurna di 20-22 °C e notturna di 20 °C; in seguito sono preferibili valori più ridotti (17-18 °C di giorno e 15-16 °C di notte).
Riguardo alla luce, le rose sono molto esigenti, mentre sono indifferenti al fotoperiodo. La crescita e la formazione dei fiori dipendono dall’irraggiamento totale. Nelle piante a ciclo lungo il numero di boccioli per stelo è favorito da un irraggiamento giornaliero di 80-100 mila lux. Nelle zone a clima continentale, per ottenere una crescita ottimale nei mesi invernali, è necessario il ricorso alla luce artificiale. La luce artificiale è necessaria anche per la radicazione delle talee nei mesi invernali.
Durante la coltivazione le piante vanno esposte al massimo della luce e l’ombreggio è necessario solo nelle coltivazioni estive per controllare la temperatura quando l’illuminanza sale oltre 40-50 Klux (nelle giovani piante quando supera 30-35 Klux). Infine, le piante a ciclo corto sono più esigenti di luce di quelle a ciclo lungo, per cui vanno coltivate con un irraggiamento molto elevato.
La germogliazione, all’inizio della forzatura, è favorita da un’umidità relativa alta; in seguito, bisogna ventilare per mantenere l’igrometria ambientale sotto il 75% in modo da limitare le infezioni fungine.
Substrati
Per la radicazione diretta, nel vaso delle piante a ciclo corto, si usa torba bionda di granulometria media, ammendata con 40 kg/mc di argilla granulare oppure una miscela di torba, argilla e perlite o di fibra di cocco, con pH a 5,2-6,0 e con una concimazione paria a 0,5 kg/mc di concime complesso. Per la radicazione in contenitore alveolare o in contenitori preformati (Jiffy) si usa una miscela di torba e perlite.
Nel caso di invasatura di piante a ciclo corto va usato un terriccio a base di torba e argilla oppure a base di torba bionda grossolana, pomice di media dimensione e argilla granulare, ammendato a pH di 5,2-6,0; si può aggiungere un concime di base completo a lenta cessione nella dose di 1 kg/mc.
Per l’invasatura delle talee radicate destinate al ciclo lungo va impiegata una miscela ben drenante a base di torba bionda grossolana, perlite o fibra di cocco, ammendata a pH 5,2-6,0, con una concimazione di base ottenuta con 1 kg/mc di fertilizzante completo e complesso addizionato con 2-3 kg/mc di concime a cessione controllata (durata 8-9 mesi).
Concimazione e irrigazione
Il fabbisogno nutritivo durante la coltivazione delle piante a ciclo corto e lungo viene soddisfatto con le fertirrigazioni continue a 0,8-1 g/L o con quelle settimanali a 0,15-2,0 g/L di un concime con rapporto 1:0,5:1, con un basso contenuto di azoto ammoniacale, integrato con 100-150 mg/L di calcio se si usa acqua piovana, con magnesio e chelato di ferro, la cui carenza si manifesta abbastanza frequentemente. Dalla comparsa del bocciolo si passa a un rapporto 1:0,5:2. Nelle ultime tre settimane la concentrazione della soluzione va ridotta per migliorare il post-vendita.
Il terriccio va mantenuto uniformemente umido senza sbalzi, a cui le rose reagiscono con ingiallimenti e perdita delle foglie. Per le piante a ciclo corto il sistema d’irrigazione migliore è quello per subirrigazione a flusso e riflusso o con tappetino, in modo che la chioma rimanga sempre asciutta e non subisca attacchi di patogeni. Per le piante da giardino l’irrigazione è, in genere, ad aspersione o spaghetto; è fondamentale irrigare in modo che la chioma resti bagnata il meno tempo possibile.
Altri interventi colturali
Per mantenere le piante a ciclo corto allevate in vaso 10 cm a un’altezza compresa tra i 25 e i 28 cm, oltre a un corretto regime termico, si ricorre all’impiego di nanizzanti. Tra i principi attivi impiegabili si segnalano la daminozide e flurprimidol.
La scelta del prodotto, la sua concentrazione e la frequenza dei trattamenti dipendono dalla varietà e dalle condizioni ambientali e colturali.
La difesa
I principali parassiti vegetali della rosa sono rappresentati dalla muffa grigia (Botrytis cinerea), dal mal bianco o oidio (Sphaerotheca pannosa var. rosae), dalla peronospora (Peronospora sparsa), dalla ruggine (Phragmidium mucronatum, ecc.) e dai marciumi alle radici (Pythium spp.) e al colletto (Cylindrocladium sp.).
Per quanto riguarda i parassiti animali si segnalano: la mosca bianca (Trialeurodes vaporarorioum, Bemisia tabaci), i tripidi (Frankliniella occidentalis), gli afidi e le cocciniglie.