Arriva l’insalata a residuo zero in idroponica

idroponica
L’azienda mantovana dei fratelli Spazzini coltiva da due anni, con ottimi risultati, insalata con il sistema idroponico in floating system

La sperimentazione di nuove tecniche in agricoltura, come l'idroponica, per una migliore sostenibilità ambientale e una resa superiore della produzione in termini quali-quantitativi è uno degli obiettivi che gli associati dell’Op mantovana Verde Intesa si pongono. Diego Spazzini, titolare assieme al fratello Fabio dell’omonima azienda agricola crede e investe nella coltivazione con il sistema idroponico in floating system. Siamo a Rebecco, in provincia di Mantova, una zona vocata per la coltivazione dell’insalata, sia in pieno campo che in serra.

Nuovi metodi per coltivare insalata

L’azienda associata all’Op Verde Intesa è dotata di serre convenzionali e sperimentali per la coltivazione in floating. In tutto 60 ettari tra campi e serre. Diego Spazzini, perito agrario con una specializzazione in tecnologie innovative, ha una grande conoscenza del settore idroponico ed è tra i primi a sperimentare nel Nord Italia la coltivazione di insalata in floating system al coperto.

«Un paio di anni fa io e mio fratello Fabio abbiamo iniziato questa sperimentazione con l’insalata in floating su pannelli galleggianti all’interno delle serre. Siamo partiti bene, poi abbiamo superato alcune difficoltà tecniche dovute anche al clima. Per questo usiamo la lavorazione in serra: per cercare di assicurare una stabilità climatica. I risultati sono soddisfacenti e le sperimentazioni vanno avanti. Stiamo valutando la possibilità di ampliare almeno di un paio di ettari la coltivazione in floating».

Al momento utlizzano una vasca di 400 metri quadrati contenente 120 metri cubi di soluzione nutritiva. La soluzione è fatta da acqua, sali minerali, macro e micro elementi e va integrata in ogni ciclo di lavorazione a seconda delle necessità. Con questo metodo non c’è spreco di materiale organico, né dispersione energetica. Si riescono a ottenere 10 cicli di produzione in un anno, con la possibilità di giungere anche a 11 cicli. L’insalata cresce in condizioni chimico-fisiche ottimali, al punto da essere pronta per la vendita in meno di un mese.

Una scelta innovativa

Diego e Fabio Spazzini da sempre hanno creduto nell’innovazione tecnologica in orticoltura, andando oltre alla coltivazione convenzionale dell’insalata e puntando sull’idroponico. «Ci siamo cimentati con successo – dichiarano i titolari - anche nella coltivazione in acqua di bieta costa, diverse tipologie di insalata (ora coltivano la varietà Gentile), sedano, prezzemolo e altri prodotti a foglia».

«L’idea di partire con il sistema floating – sottolinea Spazzini – è stata quasi casuale. Io avevo già studiato e valutato queste tecniche. Poi abbiamo deciso di provarci, spinti dalle difficoltà nella coltivazione, che tutti i produttori di insalata hanno: il caldo e il clima impazzito, il maltempo, le reti antigrandine, nuove malattie. Nei campi ci sono sempre più problemi. Siamo contenti di averlo fatto e stiamo avendo delle belle soddisfazioni».

I vantaggi per il produttore e il consumatore

«I vantaggi per il consumatore sono molteplici – conclude Diego Spazzini – il prodotto è di alta qualità con residuo zero. La soluzione nutritiva, infatti, utilizza solo prodotti biologici e viene sciolta in vasca. Un ulteriore vantaggio è costituito dal notevole risparmio idrico rispetto alla coltivazione in pieno campo».

Gli investimenti per un’agricoltura tecnologicamente avanzata in questi ultimi anni hanno avuto un forte incremento e Verde Intesa è una delle aziende impegnate in questa direzione per fornire un prodotto qualitativamente superiore al mercato, inteso come grande distribuzione e consumatore e garantire, nello stesso tempo, maggiori soddisfazioni alla propria base associativa.

Arriva l’insalata a residuo zero in idroponica - Ultima modifica: 2021-07-24T09:59:44+02:00 da Colture Protette

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