Innovazione in orticoltura, il caso di Sfera Agricola

innovazione sfera agricola
Veduta della serra di Sfera Agricola, che si estende per 13 ettari
Tecnologia, sostenibilità e grandi investimenti. Luigi Galimberti, fondatore e amministratore delegato della serra idroponica più grande d’Italia, racconta il suo modello di business all’avanguardia

Situata a Gavorrano, in provincia di Grosseto, Sfera Agricola è un’azienda orticola dall'alto livello di innovazione. In numeri: una squadra di ben 14 agronomi, 13 ettari di serra idroponica a corpo unico, 2,5 milioni di chili di pomodori e 750mila chili tra insalate e basilico prodotti nel 2019.

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Luigi Galimberti, titolare dell’azienda Sfera Agricola situata a Gavorrano (Gr)

Il fondatore e amministratore delegato, Luigi Galimberti, ha le idee chiare riguardo a come dovrà essere l’orticoltura del futuro: sempre di più in ambiente protetto.

«Solo così riusciremo a svincolarci dalla variabilità climatica e meteorologica. Di conseguenza, potremo ridurre l’incidenza delle malattie sulle piante, progredire nell’impiego della lotta biologica e ottenere prodotti a residuo zero, ormai molto richiesti dai consumatori. La natura è più forte di noi: opporci ad essa pretendendo di coltivare in maniera sostenibile ortaggi di qualità in pieno campo è una battaglia persa in partenza».

Una startup innovativa

Sfera Agricola è una startup maremmana nata nel 2016 da un’idea dell’imprenditore Galimberti: produrre ortaggi in maniera completamente sostenibile attraverso la costruzione di una serra idroponica innovativa ed efficiente.

Un gruppo di investitori privati ha finanziato il progetto Sfera. Il lead investor è Oltre Venture, il primo fondo italiano per soluzioni innovative ad alto impatto sociale. A questo si è poi aggiunto un pool di banche, con capofila Banca Iccrea, per un investimento complessivo di 20 milioni di euro. «Nessun finanziamento pubblico è stato ricevuto per l’apertura di questa impresa» sottolinea il fondatore.

Alla base del progetto regna la consapevolezza dell’urgente necessità di ottenere cibo di qualità elevata utilizzando meno risorse. Per Galimberti, la produzione agricola dev'essere in grado di adattarsi ai cambiamenti climatici, geopolitici e sociali in atto.

Attualmente in Italia il saldo commerciale dell’ortofrutta è sbilanciato verso l’import: acquistiamo dall’estero più di quanto esportiamo, anche quando si tratta di ortaggi di stagione. La mission di Sfera va verso la sovversione di questa dinamica, tramite l’investimento nell’innovazione e nei giovani talenti, oltre che nell’applicazione dei famosi tre pilastri della sostenibilità: economica, ambientale e sociale.

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Nove ettari della serra sono dedicati alla coltivazione del pomodoro

Sfera infatti unisce il consapevole utilizzo delle risorse ad un approccio responsabile verso l’intero processo produttivo, anche dal punto di vista lavorativo. «Siamo dei forti sostenitori della legalità nel lavoro agricolo e ci opponiamo fermante a qualsiasi forma di caporalato» dichiara Galimberti.

«Sono oltre 250 i dipendenti che abbiamo regolarmente assunto, dando priorità ai residenti locali di un territorio – quello maremmano – che ha visto crescere la disoccupazione di tre punti percentuali negli ultimi anni. Per questo abbiamo ricevuto manifestazioni d’interesse da parte di gruppi industriali e amministrazioni pubbliche».

Struttura e controllo climatico

La serra idroponica di Sfera Agricola ricrea le condizioni climatiche ideali per la crescita di pomodoro, lattughe e basilico. Può sopportare lunghi periodi al di sotto dello zero termico e ingenti carichi dovute alle nevicate. Nonostante la coltivazione sia effettuata 12 mesi all’anno, il fotoperiodo maremmano rende superfluo il ricorso ai sistemi di illuminazione artificiale.

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Il pomodoro di Sfera viene coltivato in fuori suolo, su lana di roccia

Il controllo climatico avviene attraverso il riscaldamento – che permette di evitare l’insorgenza di malattie fungine, come la peronospora –, la ventilazione attiva e passiva – tramite l’apertura automatizzata delle finestre sul colmo – e l’imbiancatura estiva, eseguita con uno specifico prodotto privo di metalli pesanti.

Le fonti di approvvigionamento energetico sono un impianto fotovoltaico disposto sul tetto dell’avanserra e un impianto termico alimentato con il cippato ottenuto dagli scarti delle potature di vigneti e oliveti locali. Il substrato per la coltivazione idroponica è la lana di roccia, il ciclo colturale dura 50 settimane e nei 15 giorni restanti vengono eseguite le procedure di espianto, pulizia e trapianto.

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Il Datterino Irresistibile nichel free è il prodotto di punta di Sfera ed è presente sul mercato da
marzo 2018

Lotta biologica e ciclo colturale

Com’è facilmente immaginabile, il ricorso alla lotta biologica è elevato. Questa viene effettuata sia con insetti utili che con microrganismi. Inoltre, Sfera applica l’agricoltura di precisione. «Se è necessario eseguire dei trattamenti con prodotti di sintesi lo facciamo, ma esclusivamente nella zona interessata dall’infezione» commenta Galimberti. «Il prodotto trattato poi non entra nel circuito commerciale, perché il nostro obiettivo è il residuo zero».

Sfera Agricola non punta alle alte rese, ma all’eccellente qualità. «Utilizziamo cultivar poco generative dagli ottimi parametri organolettici e dall’elevata serbevolezza, che ci permettono un posizionamento premium dei nostri prodotti» prosegue. «Siamo presenti sul mercato da marzo 2018 con il nostro prodotto di punta: il Datterino Irresistibile, un pomodoro dall’elevato °Brix. In agosto 2018 abbiamo aggiunto il Pomodoro Superiore, un varietà di Ardiles speciale per la salsa, oltre alla gamma di insalate (Insalata Saporita e Insalata Croccante) e il Basilico Profumato.

Tutte le nostre cultivar sono piuttosto delicate. I pomodori hanno una scarsa percentuale di allegagione e tendono a soffrire di marciume apicale, ma grazie a un attento monitoraggio e un impianto di fertirrigazione efficiente riusciamo rendere la coltivazione economicamente sostenibile. Le rese variano dai 15 kg/mq per il solarino ai 42 kg/mq per il pomodoro a grappolo. Con basilico e lattughe otteniamo 12 raccolti all’anno, con rese rispettivamente di 25 e 38 kg/mq».

Il rapporto tra volumi e qualità è sicuramente un punto fondamentale. Infatti, Galimberti aggiunge: «Una delle sfide dell’agricoltura odierna è la necessità di trovare nuove (o vecchie) varietà che uniscano le caratteristiche agronomiche indispensabili per l’agricoltore al sapore richiesto dal consumatore». Questo, nel caso di prodotti trasformati, deve affiancare i parametri ottimali per la lavorazione industriale.

Una questione tutt’altro che banale, che impegna da anni le ditte sementiere di tutto il mondo e che ha sollevato questioni dalla grande eco mediatica, in particolare riguardo all’utilizzo di alcuni mezzi per il miglioramento genetico non sempre accettati di buon grado dall’opinione pubblica.

Approvvigionamento idrico

Secondo i dati Fao del 2017, l’agricoltura utilizza il 70% delle risorse idriche a livello mondiale. L’aumento atteso della domanda alimentare, che sarà causato dallo stimato incremento della popolazione mondiale negli anni a venire, renderà sempre più urgente l’attuazione di soluzioni che, tra le altre cose, migliorino l’efficienza d’uso dell’acqua.

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Impianto di fertirrigazione di Sfera Agricola

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Sfera ne è ben consapevole ed è per questo che ha fatto una scelta che qualcuno potrebbe descrivere folle: costruire una serra da 20 milioni di euro in un terreno senza accesso all’acqua.

Chiaramente di folle non c’è assolutamente nulla, perché al contempo si è dotata di enormi bacini rivestiti con teli anti-alghe per la raccolta delle acque piovane, che soddisfano completamente il fabbisogno colturale. «A parità di volumi, impieghiamo il 90% dell’acqua in meno rispetto alle coltivazioni su suolo» evidenzia l’imprenditore.

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Sfera utilizza ampiamente insetti pronubi e insetti utili per la lotta integrata

 

L'impianto di fertirrigazione

L’acqua piovana raccolta nei bacini aziendali viene trattata con filtri a sabbia e a dischi, sterilizzata con raggi Uv e ultrasuoni, poi condizionata termicamente. In seguito la soluzione nutritiva viene miscelata con concimi semplici. Il tutto è completamente automatizzato grazie a un software che regola l’intero processo. I tecnici misurano giornalmente pH e conducibilità elettrica della soluzione nutritiva e settimanalmente il suo titolo, apportando le correzioni necessarie.

Il ciclo chiuso consente il recupero della soluzione nutritiva drenata dal substrato. Ciò evita la dispersione di elementi minerali nell’ambiente, dannosa sia per l’economia dell’imprenditore agricolo che per l’ecosistema, potendo causare gravi fenomeni di eutrofizzazione. L’acqua drenata viene quindi raccolta, filtrata, sterilizzata e reimmessa nel circuito.

Come i nostri lettori già sanno, in un impianto di coltivazione fuori suolo il corretto bilanciamento della soluzione nutritiva è assolutamente indispensabile per avere successo. Non a caso Sfera Agricola regola finemente l’apporto dei minerali, differenziandolo in base alle colture e alla fase fenologica della pianta. In particolare, in questa serra ci sono 8 zone di subirrigazione, dove vengono apportate 8 soluzioni nutritive differenti.

Certificazioni e vendita

Secondo Galimberti è importante che l’agricoltore studi attentamente il mercato, capisca cosa vuole il consumatore e ne soddisfi i bisogni. L’Agenzia regionale di sanità della Toscana ritiene che circa il 20% degli italiani sia sensibile al nichel e che il cibo rappresenti la principale fonte di esposizione per la popolazione.

«Molti sono allergici o sensibili al nichel e non mangiano pomodoro per paura di ingerire questo metallo. Per questo abbiamo deciso di certificare il nostro pomodoro fresco e la passata di pomodoro nichel free, focalizzandoci sul controllo del processo produttivo. Senza dubbio la coltivazione fuori suolo è ottimale per raggiungere questo scopo. Inoltre, utilizzando acqua piovana evitiamo possibili fonti di contaminazione idrica».

Progetti futuri

Attualmente Sfera sta collaborando con l’Università di Pisa per ottenere l’assenza totale di residui e l’arricchimento con selenio e calcio dei propri ortaggi. Inoltre l’azienda ha attivato un progetto con il Centro medico Santagostino, per sviluppare una gamma di prodotti che rispondano alle esigenze di consumatori con specifiche patologie.

Intanto il team di ricerca e sviluppo aziendale è costantemente al lavoro per ottenere nuovi brevetti e certificazioni.

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Bacini di raccolta dell’acqua piovana, unica risorsa idrica per le colture aziendali

Nei prossimi 15 anni Galimberti dichiara di voler costruire 300 ha di serre altamente tecnologiche in Italia. L'obiettivo è quello di soddisfare il più possibile la domanda interna di ortaggi come pomodori e peperoni.

In futuro l’utilizzo della tecnologia in azienda è destinato a crescere, in particolare tramite l’impiego dell’intelligenza artificiale. «Al momento disponiamo di tanti sistemi informatici indipendenti, ma stiamo lavorando con dei partner internazionali allo sviluppo di Hyperion, un sistema integrato che controlli tutti i processi aziendali: la gestione del clima, la fertirrigazione, la logistica, la parte commerciale, eccetera» afferma l'imprenditore.

«Vogliamo applicare l’intelligenza artificiale alla nostra serra, collegandola con altre strutture simili in tutto il mondo. Tramite la condivisione dei dati, le serre saranno in grado di apprendere, autogestirsi, prevenire e prevedere i cambiamenti in atto, diventando ogni giorno più intelligenti. Un approccio bottom-up in cui crediamo molto. In questo modo puntiamo a ottimizzare ulteriormente i processi, migliorando il bilancio aziendale e risparmiando sui costi di gestione». •


Scheda aziendale

SFERA AGRICOLA
Gavorrano (Gr)

ANNO DI FONDAZIONE
2016

SUPERFICIE TOTALE
13 ha di serra a corpo unico (11,5 di sau)

COLTURE PRATICATE
Pomodoro (9 ha), insalate e basilico

CERTIFICAZIONI
Fsc, Global Gap, Grasp, Uni En Iso 9001, Haccp, Ifs, Wfp e Nichel free

Innovazione in orticoltura, il caso di Sfera Agricola - Ultima modifica: 2020-05-07T08:52:25+02:00 da Paola Cassiano

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