Gli ortaggi di IV gamma sono una categoria di prodotti orticoli freschi che, previa taglio e pulitura, vengono confezionati e sigillati in sacchetti e/o vaschette pronte per il consumo.
Gli ortaggi di IV gamma, vengono anche definiti “minimamente trattati” in quanto se è necessario, subiscono un trattamento di conservazione blando che mantiene intatte e invariate le caratteristiche organolettiche e sensoriali tipiche del prodotto fresco, a differenza dei prodotti di V gamma che si riferiscono ad ortaggi precotti, grigliati o scottati a vapore, senza l’aggiunta di conservanti o condimenti. (tab. 1)
Oggi si stima che la coltivazione degli ortaggi destinati alla IV gamma occupi una superficie di circa 6.000 - 6.500 ettari a livello nazionale, principalmente in coltura protetta, distribuita in gran parte tra Campania, Lombardia, Lazio e Veneto. Ancora oggi le superfici e i conseguenti investimenti sono in crescita.
Floating system
Le coltivazioni di ortaggi da foglia per la quarta gamma, si attuano principalmente in serra su terreno, ma anche in fuori suolo con il sistema di coltivazione detto floating system. Questo sistema di coltivazione in fuori suolo su pannelli galleggianti, che sta attualmente dimostrando un notevole interesse per le produzioni destinate alla IV gamma, ha tra i principali elementi positivi caratterizzanti, la pulizia, la standardizzazione del prodotto, la disponibilità potenzialmente continua e distribuita su tutto l’anno, la possibilità e la necessità di poter fare una programmazione più accurata. Vista la brevità dei cicli colturali e la loro rapida successione sulla stessa superficie è possibile automatizzare gran parte delle operazioni colturali.
Per entrambi i sistemi di coltivazione, è fondamentale la nutrizione e l’irrigazione effettuata con la tecnica della fertirrigazione. Nel caso del floating system, che è un tipico sistema idroponico, vista la totale assenza di un substrato di coltivazione, si rende assolutamente necessario conoscere le caratteristiche chimico analitiche dell’acqua irrigua.
Su terreno
Per le coltivazioni su terreno, in ambiente protetto, al fine del calcolo della concimazione di fondo e per la preparazione della soluzione nutritiva per fertirrigazione, oltre all’analisi chimica del terreno e dell’acqua, da qualche anno si effettua anche l’analisi chimico-agraria del terreno, con il metodo dell’estratto in acqua, al fine di valutare quanto questo terreno interagisce con la soluzione circolante dello stesso, prima di definire e preparare un piano di concimazione e di fertirrigazione. Dopodiché si calcola l’apporto dei fertilizzanti per la concimazione di fondo e di conseguenza poi si calcola e si varia di volta in volta, la soluzione fertirrigante in funzione delle esigenze della coltura e degli aspetti qualitativi (dimensioni, colore, sapore, taglia, ecc.) modificando il rapporto K/(Ca+Mg), il rapporto tra NH4/(NH4+NO3) e la conducibilità elettrica (EC) in funzione anche del clima all’interno della serra, della specie e dell’età della pianta. (tab. 4)
La fertirrigazione è una tecnica innovativa, ormai ben affermata, che permette di conseguire numerosi vantaggi rispetto alle tradizionali tecniche di concimazioni, sia per le colture di quarta gamma e non.
Parametri
Il concetto principe che deve guidare un tecnico per formulare un corretto piano di fertirrigazione per una coltura di ortaggi da foglia destinati alla IV gamma è quello di considerare una serie di parametri, che possiamo elencare e sintetizzare come di seguito.
Ripeto, è innanzitutto necessario valutare le caratteristiche dell’acqua di irrigazione attraverso una sua analisi, che comprenda l’EC, il pH, e la valutazione degli elementi cationi (Ca++, Mg++, K+, Na+, NH4+) e degli elementi anioni (HCO3-, SO42-, NO3-, Cl-, H2PO4-). (tab. 2 – tab. 3).
Per l’apporto azotato, in particolare, è importante porre attenzione al rapporto in % tra la componente ammoniacale (urea compresa) e l’azoto totale. L’ ammonio NH4+ fornisce alla pianta una spinta vegetativa che ci torna utile in inverno, infatti il suo valore relativo è alto in inverno (il rapporto % è compreso tra il 20 e il 30%), mentre in estate è decisamente più basso (il rapporto tra la componente ammoniacale e l’azoto totale oscilla tra il 5 e il 10%).
Il rapporto tra potassio K+ e la somma di calcio Ca++ e magnesio Mg++ (in millequivalenti per litro), deve essere alto in inverno (0,7-1,3) e basso in estate (0,3-0,5). Ogni pianta, infatti, in periodi freddi, umidi e nuvolosi assorbe più potassio e in periodi caldi, asciutti e soleggiati consuma maggiormente il calcio.
Il fosforo, deve avere un rapporto in peso con l’azoto ed il potassio, variabile in funzione dello stadio vegetativo della coltura. Generalmente le piante nella fase iniziale desiderano un rapporto 1:1:1, che poi diviene 2:1:3 o 2:1:5.
Conducibilità elettrica
La salinità o conducibilità elettrica (Ec), espressa in mS/cm, (ovvero la capacità di una soluzione acquosa di condurre corrente elettrica), è un valore fondamentale che occorre conoscere per “gestire” la fertirrigazione e lo sviluppo della pianta: infatti, per piante ricche di sostanza secca, o per ottenere frutti piccoli, di colore intenso e molto saporiti si prepara una soluzione nutritiva ad elevata Ec; al contrario, se si desiderano frutti di grandi dimensioni, la conducibilità della soluzione fertirrigante dovrà essere bassa.
Nella gestione della fertirrigazione bisogna sempre tener presente che, la Ec di una soluzione nutritiva, deve essere modificata col variare dei parametri pedo-climatici, della specie e dell’età della pianta.
La Ec va aumentata quando le temperature diminuiscono, quando il terreno è sabbioso, quanto siamo di fronte a specie tolleranti la salinità (per es. rucola) e nel periodo di crescita della pianta.
La Ec viene ridotta nel periodo primaverile-estivo, in terreni argillosi, nel caso di specie sensibili alla salinità (per es. lattuga, valeriana), appena dopo la semina e nelle prime fasi vegetative.
Fertilità del suolo
Un altro parametro da stimare, per una corretta concimazione, è la fertilità del suolo: le analisi del suolo, attualmente, si basano su metodiche ufficiali stabilite dal D.M. 13/09/99; da esse si ricavano i quantitativi “disponibili” di potassio, calcio, fosforo, etc., utilizzando reagenti/estraenti forti che nulla hanno a che vedere con la fisiologia delle piante. In questo modo si corre il rischio frequente di sovrastimare i contenuti di elementi nutritivi nel terreno.
In altri paesi, come l’Olanda, la Spagna, ecc., da tempo si utilizzano soprattutto metodiche analitiche basate sul semplice estraente acqua, grazie alle quali si valutano gli elementi nutritivi solubili e quindi effettivamente disponibili per le piante.