Dopo le difficoltà economiche dello scorso inverno, che hanno fatto aumentare i costi di produzione, arriva un'altra notizia probabilmente poco gradevole per i produttori italiani. Presto sul mercato europeo potrebbe arrivare un nuovo concorrente, noto per essere particolarmente all'avanguardia nella ricerca agronomica. Si tratta dell'Olanda, che sta sperimentando nuove soluzioni per la coltivazione di meloni in serra a basso impatto ambientale. Per difendere la loro fetta di mercato, i produttori italiani dovranno puntare ancora di più sul made in Italy, ma non è detto che questo basti a farsi scegliere dai consumatori.
La produzione di meloni in Europa
Secondo le Nazioni Unite, nel 2020 la produzione europea di anguria ha superato le 5.6 milioni di tonnellate, mentre i meloni hanno sfiorato 1.9 milioni di tonnellate. I principali produttori europei sono soprattutto i Paesi meridionali:
- Spagna (1.2 milioni di tonnellate di anguria, 610mila tonnellate di melone);
- Italia (650mila tonnellate di anguria, 593mila di melone);
- Romania (449mila tonnellate di anguria, 63mila di melone);
- Grecia (430mila tonnellate di anguria, 65mila di melone).
Finora l'Olanda non si è dedicata alla produzione di queste colture. Ma, viste le ricerche in corso, qualcosa potrebbe cambiare presto.
Meloni olandesi ecosostenibili
L'Università olandese di Wageningen sta conducendo delle ricerche per la produzione di meloni in serre high-tech a risparmio energetico. La sperimentazione è iniziata con i trapianti a marzo 2022 ed è ancora in corso.
Le tipologie di meloni testate sono tutte baby: mini anguria, mini Charentais, mini Galia e mini Cantalupo. Infatti, l'obiettivo dei ricercatori olandesi è coltivare localmente meloni piccoli – sempre più richiesti dai consumatori – in maniera sostenibile, soprattutto impiegando poca energia.
Molto promettenti sembrano le tipologie Charentais, Galia e Cantalupo, che hanno richiesto meno energia del previsto e non hanno quasi avuto bisogno di trattamenti per la difesa. I risultati sono stati meno incoraggianti per l'anguria, che da luglio 2022 è oggetto di un'ulteriore ricerca per migliorare le tecniche agronomiche.