Orticoltura in Friuli Venezia Giulia, piccola ma piena di vitalità

Ecco un’istantanea del settore orticolo di questa regione: radicchi in vetrina e una forte attenzione al biologico. In crescita le colture protette

Piccolo ma in crescita, con un certo ottimismo degli operatori. Si potrebbe descrivere così l'orticoltura del Friuli Venezia Giulia secondo la fotografia che ci consegna l’Ersa attraverso i numeri di una recente indagine, in corso di pubblicazione, elaborata dai tecnici Costantino Cattivello, Elena Valent e Mattia Spessot. Un lavoro meticoloso datato 2018 che si confronta con uno analogo e precedente, riferito alla situazione del 2011.

Un settore in crescita

Dalle 379 aziende regionali che si dedicano all’orticoltura, censite nel 2011, si è passati alle attuali 410, con un incremento di oltre l’8%. Ben superiore l’aumento della superficie investita (+14%) che sfiora i 972 ha. Le tipologie commerciali rilevate sono state 119.

Discretamente rappresentato il settore della coltivazione biologica, conversione compresa. Interessa oltre il 17% delle aziende, con una sensibile crescita (+96%), rispetto alla rilevazione di 7 anni fa.

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Tunnel e orticole in pieno campo dell’az. agr. L’orto felice

Di segno positivo anche la variazione delle superfici protette. Sono passate da 64 a 76 ha (+19%) ma costituiscono, come nel 2011, una porzione marginale della superficie totale orticola (solo il 7% delle superfici totali destinate agli ortaggi).

Di tali produzioni, la quasi totalità è costituita da coltivazioni in tunnel freddo (84%). L’utilizzo di serre riscaldate è molto più contenuto (9%) e riservato in special modo alle prime fasi della produzione ortoflorovivaistica a ciclo primaverile.

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Rucola pronta per il taglio, az. agr. Nobile

Le superfici dedicate al fuori suolo mantengono una dimensione marginale (3,6 ha equivalenti allo 0,4% della sau orticola regionale), senza significative variazioni dal 2011. Contenuto il loro peso anche all’interno delle coltivazioni protette, di cui costituiscono solo il 5%. Anche se l’incidenza di questo tipo di coltivazioni per alcune specie è piuttosto importante.

Una significativa quota di orticole da taglio (lattuga e cicoria) continua a essere prodotta in floating system. Si predilige invece il vaso per le produzioni fuori suolo di basilico e e i sacchi di coltura per pomodoro, cetriolo, fragola e peperone.

Anche il potenziale del vivaismo orticolo è cresciuto. E' passato dai 55 ai 60 milioni di piante prodotte, rappresentate per il 70% da orticole a ciclo primaverile-estivo. Complessivamente l’Ersa stima che la plv orticola regionale si aggiri attorno ai 60 milioni di euro. Con la produzione di 30mila tonnellate l’anno, è in grado di soddisfare solo il 18% del consumo di orticole degli abitanti del Friuli VG (precisando che nel 2011 la stessa percentuale era di poco superiore al 10%).

 

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Parte delle strutture coperte dell’az. agr. Nobile

Radicchi in salita, patate in discesa

I radicchi, con 210 ettari investiti, sono gli ortaggi più coltivati in regione. Il trend è in forte crescita (+150%) per Rosa di Gorizia e Rosa dell’Isonzo, i tipi locali forzati, con un centinaio di aziende coinvolte nella loro produzione.

Anche la coltivazione dell’asparago (bianco, verde e violetto) è in sensibile crescita (+50%) e, attualmente, occupa 209 ettari per una plv stimata superiore ai 9 milioni di euro. Non va bene, invece, il trend della patata (terzo ortaggio maggiormente coltivato, con 130 ettari dedicati) che vede ridurre la superficie investita del 30%. Il cavolfiore (93 ha) è il cavolo più coltivato, ma è stato riscoperto il cavolo broccolo da foglia tradizionalmente coltivato in Friuli VG.

Orticole da taglio e cucurbitacee

Le orticole da taglio occupano, complessivamente, una superficie prossima ai 23 ettari, in gran parte dedicati alla coltivazione sotto tunnel di lattughino, cicorino, rucola, valerianella e bieta da taglio. Le cucurbitacee coprono una superficie di 91 ettari con un balzo in avanti dei terreni destinati alla coltivazione della zucca (+29%), soprattutto nelle tipologie a peso contenuto.

Crescono anche i legumi, che occupano circa 87 ha, mentre resta stabile la coltivazione della rapa (44 ha) anche se è la materia prima utilizzata per confezionare l’unica Dop ortofrutticola della regione: la brovada, tutelata a partire dal 2011.

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Tunnel delle erbe aromatiche de L’orto felice

Sedano, melanzana e pomodoro

Occupa 45 ha la coltivazione del sedano (+25% sulla rilevazione precedente), in gran parte dedicati alla coltivazione delle varietà da rapa (85%), produzione caratteristica regionale. Stabile la produzione del peperone e in forte riduzione la melanzana (-50%).

Lieve calo per il pomodoro (-7%) alla cui coltivazione sono dedicati 27 ha. Per le varietà a frutto piccolo, si predilige la coltivazione in ambiente protetto. Stabili anche le superfici investite a cipolla (18 ha), porro e aglio. In contrazione lo spinacio (32 ha) e la lattuga da cespo (13 ettari).

Prevale la vendita diretta

Oltre l’80% delle aziende utilizza la vendita diretta per commercializzare gli ortaggi prodotti e, per il 34% delle stesse, rappresenta l’unico canale di vendita. La quota di aziende che conferiscono in tutto o in parte i propri prodotti al mercato ortofrutticolo di Udine si aggira intorno al 26%.

Il dato si è sostanzialmente stabilizzato dal 2011, quando si aggirava attorno al 28%, dopo anni di inesorabile calo. Il conferimento alle cooperative è la voce che ha subito il maggior calo dal 2011, arrivando ora a contare solo un 10% di aziende agricole coinvolte, contro il 17% rilevato nell’indagine precedente.

La coltivazione biologica

Con i suoi 11,4 ettari, il Comune di Udine è la capitale regionale delle orticole in coltivazione protetta. La città, con una popolazione di circa 100mila abitanti, è un buon mercato di riferimento per i produttori che coltivano ortaggi nelle sue periferie.

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Caterina e Luciano Romanelli de L’orto felice, Udine

«La nostra azienda ha sempre coltivato verdure che venivano vendute ai cittadini di Udine» spiegano Luciano Romanelli e la figlia Caterina che gestiscono L’orto felice. «Dal 1988, abbandonata la zootecnia, ci siamo completamente dedicati all’orticoltura biologica e siamo cresciuti nel tempo. Dai 4 ha di allora, siamo passati agli 8 attuali; dai 5 tunnel disponibili, ora siamo a 13 che coprono una superficie di 5mila mq, tutti con disponibilità d’acqua che preleviamo da un pozzo di nostra proprietà».

«Per la produzione, ci caratterizziamo dalla coltivazione degli ortaggi stagionali, valorizzando la biodiversità alimentare attraverso la semina di 60 varietà di fagioli antichi, alcune varietà di pomodori tradizionali, erbe aromatiche (abbiamo una serra a esse dedicata) ed erbe selvatiche».

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Lattughino pronto per il taglio, az. agr. Nobile

«Dal punto di vista commerciale – prosegue Caterina – non ci appoggiamo più al vicino mercato ortofrutticolo, ma ci affidiamo alla vendita diretta, diversificando i canali ai quali ci rivolgiamo: le bancarelle a Udine, Trieste e Villacco; uno spaccio aziendale; le consegne a domicilio; i gruppi d’acquisto; la fornitura ai ristoranti e la trasformazione nel nostro laboratorio che abbiamo avviato nel 2005».

«Credo che il nostro futuro possa essere caratterizzato dal dialogo con il cliente per farlo diventare partner, creando in lui un maggior senso di comunità verso chi produce i suoi alimenti e facendogli vivere nuove emozioni esperienziali a contatto con la natura».

La coltivazione integrata

Anche Ottaviano Nobile è orticoltore a Udine sud dal 1994, ma punta sulla coltivazione integrata di ortaggi da taglio: lattughino, cicorino, rucola selvatica, valerianella e spinaci, soprattutto, in un’azienda con 7,3 ha di superficie dei quali 2,1 irrigati e coperti dai teli di 17 tunnel.

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Ottaviano Nobile, orticoltore a Udine sud

Oltre a uno spaccio aziendale aperto nel 2011 (che compone il 20% del fatturato), le vendite si concentrano nei rapporti con un’importante cooperativa veneta (per circa il 40% del fatturato) e per il 30% sui mercati della città di Udine.

Dopo aver trovato un buon equilibrio produttivo, tenendo l’occhio vigile sui mutamenti d’acquisto dei consumatori, Nobile pensa che, per il futuro, dovrà attrezzarsi per produrre ortaggi da quarta gamma, confezionati in packaging innovativi e pratici.

Orticoltura in Friuli Venezia Giulia, piccola ma piena di vitalità - Ultima modifica: 2020-06-03T14:22:07+02:00 da Lucia Berti

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