Il 2019 è stato un anno ricco di novità per la Soi (Società di Ortoflorofrutticoltura Italiana) e in particolare per la sezione di Ortoflorovivaismo. Da sempre la Società stimola e promuove la formazione di “gruppi di lavoro” (Gdl) su tematiche di interesse per il mondo dell’ortoflorofrutticoltura. I Gdl vengono costituiti e partecipati da ricercatori e tecnici del settore. Il loro principale obiettivo è quello di sviluppare tematiche specifiche e divulgarne le conoscenze, promuovendo iniziative come l’organizzazione di convegni e giornate studio, corsi di formazione e raccolta di materiale tecnico-scientifico.
Per partecipare ai Gdl è sufficiente seguire le indicazioni riportate sul sito web del Soi (https://www.Soihs.it/) o mettersi in contatto con il responsabile del Gdl di interesse. Al momento la Soi promuove e sostiene le attività di 16 Gdl, articolati su tematiche di filiera e trasversali al mondo dell’ortoflorofrutticoltura. Tra le nuove proposte del 2019, è nato il Gdl “Colture fuori suolo”. Queste si basano su tecniche e tecnologie agronomiche che controllano al massimo livello la nutrizione e l’irrigazione della pianta.
Applicazioni e benefici
Sebbene le produzioni fuori suolo in termini di superfici coltivate giochino un ruolo minore rispetto ad altri sistemi di coltivazione, le loro peculiarità le rendono indispensabili in altri contesti, come nel caso della coltivazione in vaso di piante ornamentali e aromatiche. Nel nuovo Gdl Soi, infatti, con il termine “fuori suolo” si intendono tutti quei metodi di coltivazione svincolati dal suolo: dalle tecniche idroponiche in coltura liquida fino alle coltivazioni su substrato solido, destinate a specie ortive, ornamentali, aromatiche e officinali.
Le colture fuori suolo si integrano perfettamente con l’idea di agricoltura di precisione, di elevata qualità e salubrità dei prodotti (ad esempio, nei prodotti di IV gamma), ridotto uso di fitofarmaci (specialmente quelli legati alle patologie dell’apparato radicale), elevata efficienza d’uso di acqua e nutrienti (in particolare nei cicli chiusi), grazie all’elevato livello di controllo e alla possibilità di gestione avanzata di molte pratiche agronomiche.
Il fuori suolo, inoltre, è fra i sistemi di coltivazione più utilizzati nella ricerca di base e applicata. Infatti, permette di avere un elevato controllo dei fattori di variabilità imposti e, allo stesso tempo, di ridurre al massimo l’influenza dell’ambiente esterno sui trattamenti effettuati, specialmente per ciò che riguarda studi sulla nutrizione e irrigazione della pianta, stress osmotici e altri stress abiotici legati alla fisiologia della radice, biofortificazione degli alimenti, ecc.
Recenti tendenze produttive mettono in evidenza l’integrazione delle colture fuori suolo con altri sistemi produttivi, come nel caso dell’acquaponica, o altre strategie per l’aumento della circolarità dei fattori produttivi nelle filiere agricole, come le colture a cascata.
I sistemi di coltivazione fuori suolo sono elementi essenziali delle produzioni indoor e vertical farm. Non a caso, in diversi bandi nazionali e internazionali, lo sviluppo di tecnologie e innovativi sistemi di coltivazione fuori suolo viene incoraggiato e finanziato per aumentare la sostenibilità dei sistemi di coltivazione intensivi.
Le colture fuori suolo possono inoltre rappresentare dei modelli in scala ridotta di sistemi colturali più complessi, ad esempio per il supporto alla didattica, che aiutano a comprendere meccanismi di base della fisiologia della pianta in modo semplice e diretto senza l’interazione di molteplici variabili altrimenti presenti nel sistema pianta-suolo.
Sempre più studiato
La ricerca italiana è leader in questo settore e annovera molti nomi presenti sul panorama internazionale con pubblicazioni scientifiche di pregio e progetti di ricerca di base e applicata.
In uno studio statistico effettuato usando il motore di ricerca Scopus (https://www.scopus.com/) è emerso che, utilizzando la parola chiave “soilless” nei titoli delle pubblicazioni scientifiche internazionali, l’Italia risulta essere il Paese con il maggiore numero di pubblicazioni scientifiche al mondo. Inoltre, tra i primi 10 ricercatori 7 sono italiani. Estendendo tale ricerca alle parole chiave “soilless or hydroponic” il dato è ancora stupefacente, l’Italia resta ancora il quarto Paese tra i primi 10 che pubblicano maggiormente su questa tematica, dopo Usa, Cina e Brasile.
In generale si osserva un continuo interesse per questo settore, con un numero di pubblicazioni scientifiche all’anno in continuo incremento a livello mondiale. La Commissione europea si posiziona quarta a livello mondiale tra i principali finanziatori della ricerca sul fuori suolo e idroponica mondiale, mentre il primo Ente è il National natural science foundation of China. Questo dato è di particolare rilievo e interesse visto l’intenso sviluppo scientifico e tecnologico che negli ultimi anni sta avendo la Cina.
Nonostante l’eccellenza che la ricerca italiana dimostra in questo settore, non esistono a nostra conoscenza gruppi promossi da società scientifiche, dal mondo accademico o da quello della ricerca in generale dedicati allo sviluppo scientifico e tecnologico delle colture fuori suolo. Per questo la Soi incoraggia e supporta lo sviluppo di tali studi, in coerenza con le aspettative di una società moderna e proiettata verso il futuro di una agricoltura italiana sempre più tecnologicamente avanzata e sostenibile.
Gdl, argomenti e attività
Il Gdl “Colture fuori suolo” promuove le sue attività sulle seguenti tematiche: fertilizzazione e fertilizzanti; irrigazione e qualità dell’acqua; monitoraggio del drenato; gestione delle acque saline e di scarsa qualità; controllo e gestione dei sistemi a ciclo chiuso; ottimizzazione dei sistemi a ciclo aperto; tecnologie innovative applicate alle colture fuori suolo; contenitori, soluzioni impiantistiche e controllo automatizzato; substrati di coltivazione; sistemi di disinfezione; qualità delle produzioni e post-raccolta dei prodotti ottenuti in fuori suolo.
Tali tematiche vengono affrontate dal Gdl attraverso la produzione e la raccolta di documenti, pubblicazioni e informazioni per lo sviluppo tecnico e tecnologico delle colture fuori suolo. Sicuramente una delle principali attività consiste nell’organizzazione e nel patrocinio di eventi come giornate studio, workshop, convegni ed eventi formativi.
Nel corso del 2019 il Gdl “Colture fuori suolo” ha organizzato o co-organizzato tre importanti eventi. Tra tutti, di particolare rilievo è stata l’organizzazione del 3rd Workshop Fertilisation and Irrigation. Questo si è svolto a Pisa dal 9 all’11 settembre, presso l’Università di Pisa ed è stato co-organizzato da Crea - Centro di ricerca Orticoltura e Florovivaismo, Università di Pisa e Soi. Il meeting si svolge annualmente nell’ambito delle attività del network internazionale Euvrin (European vegetable research institutes network) e in particolare del gruppo di lavoro Fertilisation and irrigation. Si tratta di un gruppo di lavoro incentrato sulle tematiche di sostenibilità e ottimizzazione delle pratiche irrigue e di fertilizzazione in orticoltura di piena aria e protetta, includendo colture in suolo e fuori suolo. Il meeting ha visto la partecipazione di ricercatori ed enti privati provenienti da 11 Paesi europei. Gli interventi possono essere scaricati dal sito web: http://euvrin.eu/3rd-Workshop-Fertilisation-and-Irrigation.
Riguardo ai recenti studi sulle colture fuori suolo, i maggiori contributi sono stati dati con la presentazione di ricerche sulla composizione ottimizzata delle soluzioni nutritive e delle interazioni cultivar-portinnesto in specie orticole da frutto allevate su substrato inerte (lana di roccia). I ricercatori del Wur (Wageningen University & research, Olanda) in questi nuovi studi hanno concluso che le cultivar di pomodoro a grappolo con bacca piccola tipo ciliegino necessitano di un rapporto K+Mg/Ca più basso rispetto alle cultivar di pomodoro insalataro costoluto. Questo tipo di considerazioni sembrano invece non avere effetti su piante innestate. I ricercatori dell’Università di Almeria (Spagna) hanno mostrato l’utilità di strumenti di monitoraggio rapido per la concimazione di precisione di diverse specie ortive da frutto. Inoltre, le più recenti attività di ricercatori italiani hanno presentato i risultati della biofortificazione di alimenti coltivati in idroponica.
Durante il 2019, il Gdl ha anche patrocinato due importanti eventi, di rilevanza regionale, che hanno riguardato la presentazione dei risultati di progetti sviluppati grazie ai fondi del Psr della Regione Toscana e della Regione Campania. Il primo convegno di chiusura del progetto Ecoviv (Studio sull’introduzione di tecniche di coltivazione e di difesa ecocompatibili, sul riciclo e la valorizzazione degli scarti e sull’introduzione di specie autoctone originarie dell’ambiente mediterraneo, nell’ortoflorovivaismo campano) si è svolto a Portici (Na) presso Università degli Studi di Napoli Federico II. Il progetto ha messo in evidenza alcuni aspetti chiave per la sostenibilità dell’attività vivaistica in Campania, tra cui l’uso di substrati alternativi alla torba nelle coltivazioni in contenitore. Il secondo convegno ha riguardato invece i lavori del progetto Ht-hg (High tech - house garden: la coltivazione in serra del futuro: l’high tech al servizio dell’ortoflorovivaismo toscano). L’evento, che si è svolto presso la Sede di Pescia (Pt) del Crea, ha messo in evidenza i risultati dell’implementazione di tecnologie di precisione nelle colture protette in fuori suolo, tra cui l’uso di sensori per il monitoraggio della zona radicale (sensori iono-selettivi e di umidità) e della pianta (camere mulispettrali), oltre all’implementazione di alcune tecnologie innovative come il plasma freddo (Ntp, non-thermal plasma) per il trattamento degli impianti di coltivazione al fine di ridurne i rischi fitosanitari.
Infine, il Gdl propone sul sito della Soi delle schede che identificano i membri del gruppo in modo da poter essere un punto di riferimento per chi opera in questo settore. •