La portulaca in floating system è una nuova opportunità

portulaca biofortificata floating system
Contributo realizzato a cura della sezione Ortoflorovivaismo della Soi. Gli autori, Francesco Serio e Massimiliano D’Imperio, lavorano per il Consiglio nazionale ricerche – Istituto di Scienze delle produzioni alimentari di Bari.

Coltivare portulaca in floating system, arricchendola con boro, potrebbe essere una nuova opportunità per gli imprenditori agricoli più innovativi. In particolare, potrebbe essere proposta come new crop per individui con esigenze nutrizionali specifiche. Due ricercatori del Crea ci spiegano il perchè.

Le caratteristiche della portulaca

La portulaca (Portulaca oleracea L.) è una nota specie infestante delle coltivazioni estive. É presente in tutti i continenti, a varie latitudini e possiede un enorme potenziale di infestazione dovuto all’elevato numero di semi prodotti.

Fiorisce dopo 30-40 giorni dall’emergenza e i semi maturano circa 15 giorni dopo la fioritura. I frutti sono capsule contenenti circa 70 piccoli semi scuri (0,5-0,8 mm di diametro) che in opportune condizioni conservano la germinabilità per oltre 7 anni. In un grammo si contano intorno a 2.500 semi. Una pianta di grandi dimensioni può produrre oltre 200mila semi, che rimangono germinabili nel terreno per un lungo periodo.

Questa specie è nota con diverse denominazioni: porcellana, procaccia, porcacchia, sportellaccio, andraca. Ha una distribuzione cosmopolita, ma è nelle regioni mediterranee che risulta più diffusa, soprattutto in quelle aride e semi-aride dell’Africa settentrionale e in Europa meridionale. Il consumo di questa pianta non è nuovo; infatti nelle regioni dell’Italia meridionale la portulaca era raccolta come spontanea e venduta nei mercati rionali durante gli anni Cinquanta e Sessanta.

È una specie estiva a ciclo annuale con buona tolleranza alla salinità, avendo un “valore soglia” di 6,3 dS/m. Il valore soglia, per inciso, è quel valore della conducibilità elettrica dell’acqua irrigua oltre la quale c'è una riduzione della produzione.

Gli scienziati hanno studiato la portulaca come specie alofita da impiegare nella desalinizzazione dei suoli e nei sistemi di riciclo delle acque di drenaggio. La sua coltivazione non presenta difficoltà tecniche. Gli agricoltori dell'Italia meridionale l'hanno coltivata in serra non riscaldata mediante floating system con sfalci ripetuti nell’arco di circa tre mesi e produzione complessiva di germogli teneri da 9 a 15 kg/mq.

Genotipo commerciale di portulaca
Genotipo commerciale di portulaca

Una potenziale ricchezza

Negli ultimi anni la portulaca è diventata una potenziale new crop (nuova coltura) in virtù delle sue proprietà nutrizionali e organolettiche. Le foglie e gli steli possono essere consumati cotti in zuppe, minestre e in diversi tipi di pietanze. Ma l’impiego culinario più frequente della portulaca è nella composizione di insalate miste, dove è particolarmente apprezzata per il sapore leggermente acidulo e la succulenza. Il sapore è simile allo spinacio e al crescione d’acqua.

La portulaca è ricca di numerosi nutrienti biologicamente attivi che includono composti antiossidanti (α-tocoferolo, β-carotene, acido ascorbico e glutatione) e acidi grassi della famiglia degli omega-3 (ω-3) tra i quali particolarmente elevato è il contenuto in acido α-linolenico (Ala).

Il ruolo del boro

Il boro, elemento contenuto in diversi alimenti come frutta, verdure a foglia, legumi, noci, vino e birra non è considerato un nutriente essenziale per l’uomo. Tuttavia, ci sono alcune evidenze relative ai suoi effetti benefici sul metabolismo di calcio e sulla salute delle ossa, probabilmente a seguito di un aumento dell’efficienza nell'utilizzo della vitamina D.

Inoltre, sebbene ufficialmente non esista una dose giornaliera raccomandata di boro, alcuni autori hanno riportato che un apporto tra 1,0 e 3,0 mg al giorno potrebbe essere considerato adeguato a ottenere effetti positivi sulla prevenzione dell'invecchiamento e sulla longevità.

La sperimentazione in floating system

L’Istituto di Scienze delle produzioni alimentari del Cnr di Bari ha condotto una ricerca presso l’azienda sperimentale La Noria a Mola di Bari, con la quale ha verificato la possibilità di utilizzare il floating system per calibrare l’arricchimento in boro nelle piante di portulaca. Così facendo, i ricercatori hanno ottenuto un prodotto biofortificato “su misura” per specifiche esigenze nutrizionali.

La sperimentazione è stata condotta nell’ambito del progetto “Nutrizione, alimentazione & invecchiamento attivo” (Nutr-age), finanziato dal Cnr (For-2019, Dsb.ad004.271) e coordinato dal dott. Antonio F. Logrieco, direttore dell’Istituto di scienze delle produzioni alimentari del Cnr.

Sono stati condotti due cicli colturali: il primo è iniziato il 29 giugno ed è terminato il 29 luglio 2016; il secondo è iniziato il 13 giugno ed è terminato il 7 luglio 2017. I ricercatori hanno testato due popolazioni di Portulaca oleracea L.: semi di piante selvatiche raccolti in agro di Policoro (Matera) e semi acquistati dall’azienda Riccardo La Rosa (Andria).

La semina è avvenuta in contenitori alveolati utilizzando un substrato a base di torba. Al raggiungimento dello stadio di due foglie vere (circa una settimana dalla semina), i contenitori alveolati sono stati posizionati su bancali per consentire l’allevamento in floating system fino alla fine del ciclo colturale.

Piante di portulaca aventi genotipo selvatico allevate in floating system con tre livelli di boro nella soluzione nutritiva: 0.3 (foto 3), 3 (foto 4) e 6 mg/L (foto 5).
Piante di portulaca aventi genotipo selvatico allevate in floating system con 0.3 mg/L di boro nella soluzione nutritiva

È stata utilizzata una soluzione nutritiva tipo Hoagland testando tre livelli di boro (0,3 mg/L - controllo, 3 mg/L - e 6 mg/L) al fine di aumentare il contenuto di questo elemento nelle parti commestibili della pianta.

Per evitare fenomeni di anossia radicale, la soluzione nutritiva è stata ossigenata mediante l’utilizzo di una pompa ad aria. Tuttavia, recenti studi condotti dal nostro gruppo di ricerca hanno evidenziato che la specie ha un’ottima risposta produttiva anche in assenza di ossigenazione forzata della soluzione nutritiva.

Alla raccolta è stata valutata la resa produttiva, i parametri colorimetrici, nonché il contenuto di glucosio, fruttosio, fenoli e carotenoidi totali, clorofilla, ossalato, nitrato ed elementi minerali.

La biofortificazione è possibile

I risultati mettono in evidenza che, indipendentemente dal genotipo, il contenuto di boro nella parte edibile è aumentato significativamente rispetto al controllo, ottenendo valori da 1,8 a 10,7 volte più alti, rispettivamente con 3 e 6 mg/L di boro nella soluzione nutritiva.

Piante di portulaca aventi genotipo selvatico allevate in floating system con 3 mg/L di boro nella soluzione nutritiva

Le piante biofortificate con 3 e 6 mg/L di boro nella soluzione nutritiva non hanno mostrato sintomi di fitotossicità e non si è registrato nessun decremento produttivo, nonché differenze di colore e contenuto di sostanza secca rispetto al controllo.

Pertanto, da un punto di vista produttivo, i risultati della sperimentazione evidenziano che la biofortificazione in boro della portulaca è stata efficace con 3 e 6 mg/L di boro nella soluzione nutritiva.

Da un punto di vista nutrizionale, i risultati della sperimentazione permettono di affermare che l'assunzione giornaliera media di boro potrebbe essere soddisfatta consumando circa 75 g di portulaca biofortificata mediante l’utilizzo di 3 mg/l di boro nella soluzione nutritiva o 48 g di portulaca bioforticata utilizzando 6 mg/l di livello boro nella soluzione nutritiva.

Piante di portulaca aventi genotipo selvatico allevate in floating system con 6 mg/L di boro nella soluzione nutritiva

Il contenuto degli elementi minerali nelle parti commestibili di portulaca non è stato fortemente influenzato da diversi livelli di boro nella soluzione nutriva, mentre sono state osservate differenze fra i genotipi.

Per quanto riguarda il contenuto di zuccheri, il genotipo selvatico coltivato con 3 mg/l di boro ha mostrato una minore concentrazione.

Abbiamo trovato contenuti più elevati di clorofilla e carotenoidi nel controllo, ma soltanto per il genotipo commerciale. L’utilizzo di diversi livelli di boro nella soluzione nutritiva non ha influenzato il contenuto di ossalato.

Per quanto riguarda i nitrati, soltanto il genotipo selvatico aveva un contenuto inferiore utilizzando 3 mg/l di boro nella soluzione nutritiva.

I vantaggi della coltivazione

In conclusione, i risultati della ricerca suggeriscono l’efficacia del floating system nel calibrare il contenuto di boro nella parte edibile della portulaca biofortificata. Pertanto, la portulaca biofortificata in boro ottenuta in questo studio potrebbe essere proposta come new crop per individui con esigenze nutrizionali specifiche. Ad esempio, gli anziani e i soggetti con problemi del metabolismo osseo.

Infine, da un punto di vista agronomico è interessante sottolineare che la portulaca ha un ciclo molto veloce. L’inizio della raccolta può cominciare già due settimane dopo la semina.

Tuttavia, il limite principale è che, allo stato attuale, non è possibile garantire una produzione costante di portulaca tutto l’anno. Essendo una specie macroterma, sono necessarie temperature elevate per la produzione in tutto l’arco dell’anno. Di conseguenza, il periodo ottimale per la coltivazione in serra fredda coincide con la primavera-estate fino al tardo autunno. Periodo in cui le produzioni di quarta gamma rallentano.

Bibliografia

La portulaca in floating system è una nuova opportunità - Ultima modifica: 2020-12-02T08:42:06+01:00 da Paola Cassiano

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