Dal Progetto Reso innovazioni per la filiera della fragola

progetto reso
Si punta a trasferire tecnologie e competenze dal Nord verso il Sud, applicando presso gli areali meridionali ricerche già validate

Trasferire tecnologie e competenze dal Nord verso il Sud, applicando presso gli areali meridionali, in particolare in Puglia, Basilicata e Calabria, ricerche già validate su diverse filiere, fra cui quella della fragola.

È l’obiettivo del progetto Pon “RESO - REsilienza e SOstenibilità delle filiere ortofrutticole e cerealicole per valorizzare i territori”.

Il progetto è finanziato dal Miur con 8 milioni di euro, è partito il 1° gennaio 2022 e comprende 19 partner distribuiti in tutta Italia, fra cui le Università della Basilicata, di Salerno, Politecnica delle Marche, di Bologna e di Verona, che fanno ricerca, l’Alsia Basilicata e altre strutture che si occupano di trasferimento dei risultati della ricerca e un nutrito partenariato costituito da Op e aziende di rilevanza nazionale.

Lo ha presentato Bartolomeo Dichio, docente dell’Università della Basilicata, in occasione del “Forum Fragola & Berries: produzione, mercato e prospettive future” organizzato dall’Associazione L.A.ME.T.A. Consuting Ets.

Progetto Reso, innovazioni di processo, prodotto e servizi

Bartolomeo Dichio
Bartolomeo Dichio

In ogni filiera oggetto di interesse del progetto RESO, quindi anche per quella della fragola, l’attenzione della ricerca, ha informato Dichio, «è volta a tre indirizzi:

1. innovazione di processo: definizione di protocolli di gestione innovativi in grado di migliorare le funzioni dei suoli, ridurre l’impatto ambientale e usare in modo efficiente le risorse idriche; messa a punto di cicli di produzione innovativi di materiale vivaistico; aumento dell’uso di tecnologie innovative di gestione di pratiche colturali (DSS, precision farming, ecc.); aumento della tracciabilità di sistemi di produzione resilienti;

2. innovazione di prodotto: nuove varietà vegetali tolleranti gli stress biotici e abiotici; incremento del valore nutrizionale di varietà esistenti; nuove varietà per la trasformazione industriale;

3. innovazione di servizi: trasferimento delle innovazioni ad altre imprese; nuova piattaforma di connessione fra sistemi produttivi resilienti e consumatori/società per lo stimolo della domanda di prodotti sostenibili e così via. In pratica il progetto Reso intende partire dal germoplasma della fragola, raccogliere le opportunità offerte dalla biodiversità e dal miglioramento genetico, validare queste varietà, esprimere le loro potenzialità attraverso il perfezionamento delle tecniche colturali e infine valorizzarle sul mercato».

Biotecnologie e risorse genetiche

Bruno Mezzetti
Bruno Mezzetti

Due sono le grosse azioni previste per la filiera della fragola, ha aggiunto Dichio. «La prima, “Biotecnologie, risorse genetiche, valutazione varietale e propagazione”, curata dal professor Bruno Mezzetti dell’Università delle Marche, comprende tre attività: identificazione di geni e marcatori per stress abiotici e biotici, identificazione/costituzione di nuove varietà resilienti, propagazione e materiale vivaistico. Per quanto riguarda le biotecnologie, due sono gli approcci che sono stati proposti e verranno portati avanti: uno è l’intervento diretto sul genoma della pianta con le biotecnologie, l’altro è l’applicazione all’esterno della pianta di formulati dsRNA (alternativi a formulati chimici e in confronto con essi) che la rendono più resiliente agli attacchi dei patogeni come botrite, oidio e Verticillium».

Caratterizzazione della coltivazione sotto tunnel

fragola
Il progetto Reso lavora sulla valutazione varietale e sulla caratterizzazione della coltivazione della fragola sotto tunnel

La seconda azione, “Sistemi di coltivazione resilienti, valutazione di impatto, controllo qualità e nutraceutica in fragola” è guidata dal gruppo di ricerca dell’Università della Basilicata.

«Prevede quattro attività: gestione sostenibile delle pratiche colturali e aumento della resilienza ambientale, sistemi di precisione di gestione della nutrizione e della risorsa idrica, qualità sensoriale, nutrizionale e nutraceutica della fragola, post-raccolta e tracciabilità dei processi produttivi, valutazione della sostenibilità economica, ambientale, ecc. dei sistemi colturali arborei e di alcuni prodotti trasformati prima e dopo l’introduzione dell’innovazione.

Particolare attenzione, poiché la fragola viene coltivata in coltura protetta, verrà data alla caratterizzazione dell’ambiente sotto tunnel, ad esempio riguardo alla domanda evapotraspirativa di questo tipico ambiente, da cui dipende il consumo idrico della coltura della fragola. Verrà perciò valutata una strumentazione semplice, utilizzabile nei tunnel, per dare quotidianamente le informazioni sul clima all’interno del tunnel che ospita la coltura e orientare il corretto apporto della risorsa idrica. Verrà altresì caratterizzata, per le nuove varietà, l’evoluzione dell’area fogliare della pianta, cioè della superficie traspirante, nel corso dell’intera stagione, perché al suo variare mutano le necessità idriche della pianta.

Altro tema è l’ottimizzazione della gestione dell’irrigazione, in sostanza quale bilancio idrico adottare per la nostra fragolicoltura, realizzata trapiantando e coltivando due file di piantine di fragola su terreno disposto a baula, al cui interno si sviluppano le radici: sarà perciò importante il monitoraggio costante e continuo del contenuto idrico della baula».

Dal Progetto Reso innovazioni per la filiera della fragola - Ultima modifica: 2022-04-26T11:00:21+02:00 da Giuseppe Francesco Sportelli

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