«Specializzarsi nella coltivazione dello zucchino può dare buone soddisfazioni anche perché è una specie di cui si utilizza praticamente l’intera pianta».
È quanto ci riferisce Ciro Santoro che con il fratello Luigi coltiva 20 ettari a zucchino a Caivano (Na), di cui 12 in coltura protetta.
«Abbiamo iniziato a coltivare lo zucchino circa 20 anni fa per riempire lo spazio tra le coltivazioni di asparago e fragole, nel periodo tra giugno e ottobre, che erano le specie aziendali di quel tempo. Ci siamo subito resi conto che questa cucurbitacea poteva darci buone soddisfazioni sia per il minor impegno di investimenti sia per l’ottima risposta del mercato e così, nel giro di qualche anno, abbiamo convertito completamente la nostra azienda».
Rotazione
La coltivazione viene condotta secondo i criteri della sostenibilità e proprio per questo lo zucchino entra in rotazione con altre due specie: fagiolino e pomodoro.
«Sui 12 ettari condotti sotto tunnel - serra – spiega Santoro – alteriamo lo zucchino con il fagiolino e il pomodoro optando per l’una o l’altra specie secondo gli andamenti del mercato.
Per quanto riguarda il pieno campo, invece, pratichiamo solo la coltivazione della cucurbitacea lasciando il terreno a riposo da novembre ad aprile».
Altro aspetto fondamentale per una corretta e sostenibile coltivazione è l’impiego di sostanza organica.
«Apportiamo sostanza organica, sotto forma di stallatico pellettato, ad ogni ciclo di coltivazione, nella dose di 30-40 quintali/ettaro».
La pacciamatura
Nell’azienda Santoro si pratica la pacciamatura solo nei primi cicli di coltivazione; in questo caso l’irrigazione viene effettuata utilizzando l’ala gocciolante disposta al di sotto del telo di pacciamatura.
«Nei cicli più tardivi e più brevi – aggiunge Santoro – evitiamo di pacciamare per ridurre i costi di produzione e ci avvaliamo dell’irrigazione per infiltrazione laterale. Abbiamo anche predisposto, negli ambienti protetti, l’irrigazione aerea per aspersione che però ha solo scopo di abbassare la temperatura nei periodi più caldi».
La densità di coltivazione è di 1 pianta/m2 e le distanze sono di 120 cm tra le file e 80 cm sulla fila e nel corso della coltivazione la concimazione si pratica alternando i concimi con diverso contenuto dei tre macro elementi (azoto, fosforo e potassio) e somministrando micro elementi.
«La concimazione viene effettuata in fertirrigazione, quando è possibile, oppure distribuendo i concimi in forma granulare e per via fogliare. Anche quando pratichiamo la fertirrigazione preferiamo alternarla con una concimazione fogliare effettuando l’intervento irriguo solo con acqua».
La difesa
Per quanto riguarda la difesa i cicli che impegnano maggiormente sono quelli primaverili - estivi.
«Il ciclo più precoce – specifica l’orticoltore – non pone grandi problemi parassitari, anche se molto dipende dalla sensibilità delle varietà. A partire dal secondo ciclo iniziano i problemi per la difesa da afidi, nottue e, soprattutto, mosca bianca. Quest’ultima è anche responsabile della trasmissione di diversi virus. Per quanto riguarda le crittogame alcune varietà a frutto chiaro risultano particolarmente sensibili agli attacchi di oidio».
Nell’azienda Santoro, inoltre, si sceglie di lasciare la copertura delle serre - tunnel anche durante il periodo estivo quando la coltivazione è ferma; così facendo si effettua una sorta di solarizzazione grazie alle elevate temperature che si raggiungono nell’ambiente protetto.
I mercati
Nell’azienda Santoro si coltivano tre tipologie di zucchino: il “Grizzini”, chiaro con fiore e in parte senza (50%), il “Romanesco fiorentino” chiaro striato (30%) e lo “Scuro” senza fiore (20%). La raccolta si effettua tutti i giorni, in particolare per il prodotto che viene venduto con il fiore che, in parte, è consumato nelle zone turistiche della provincia napoletana.
«Le nostre produzioni – ci dice Luigi Santoro – sono esitate sui mercati nazionali. Gran parte delle zucchine con fiore sono collocate sul mercato regionale e in parte sui mercati di Roma e Torino; le zucchine senza fiore sono vendute solo sul mercato regionale e, in particolare, nelle zone turistiche (Pozzuoli, Ischia, ecc.) per le forniture di ristoranti e alberghi».
Altre produzioni che si ricavano dallo zucchino sono i fiori, sia aperti che chiusi.
«Negli ultimi anni è aumentata la richiesta di fiori chiusi, utilizzati in diversi piatti tipici napoletani da ristoranti e alberghi. Naturalmente non è possibile asportare tutti i fiori maschili poiché sono necessari per l’impollinazione; solitamente procediamo a raccoglierne un 40% del totale».
Anche la pianta a fine ciclo ha una sua collocazione mercantile.
«La cima della pianta, una volta terminata la produzione, viene asportata e venduta sui mercati locali che la utilizzano per la preparazione di alcune pietanze».
I fiori aperti sono venduti in vaschette contenenti 10 “pezzi” e disposte in numero di otto in cassette; i fiori chiusi, invece, sono collocati in cassettine da 4-5 kg, mentre le cime (talli) sono collocati in numero di 20 per cassetta e venduti a peso.
«Per quanto riguarda i frutti quelli con il fiore sono venduti in cassette di plastica da 6 a 10 kg, mentre quelli senza fiore in cassette da 14 kg».
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