Il primo impianto pilota di acquaponica in Europa che utilizza acque reclamate (acque di scarico passate attraverso il sistema di trattamento per tutte le sue fasi) per coltivare lattughe e allevare tilapie (pesci presenti in acque dolci tra i 20 e i 30 °C nell’Africa centro-meridionale) a impatto zero sull'ambiente sorgerà a Castellana Grotte (Ba) a inizio 2024 grazie al progetto europeo di ricerca e sviluppo Aquaponics from wastewater reclamation-Aware, finanziato per 5,1 milioni di euro con fondi europei del programma Horizon Europe.
Alla realizzazione dell’impianto pilota, che intende associare al trattamento delle acque una produzione vera e propria, lavorano 20 organizzazioni, tra cui università, centri di ricerca, aziende, istituzioni governative e organizzazioni non governative di otto Paesi (Belgio, Cile, Germania, Grecia, Italia, Portogallo, Regno Unito, Spagna).
Finora erano attivi impianti del genere solo su piccola scala, utilizzati per studiare gli effetti di diete differenti su tilapia e i filtri biologici basati sui muschi, come quello dell’Università del Salento, uno dei partner del progetto Aware.
Aware, progetto all’interno della strategia “Farm to Fork”
Il progetto Aware si inquadra all’interno della strategia europea “Farm to Fork”, che fa parte del Green Deal europeo (il programma per la transizione ecologica voluto dalla Commissione europea per rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutro entro il 2050) e punta a realizzare un sistema alimentare rispettoso dell’ambiente e capace di preservare la biodiversità e contribuire a frenare il cambiamento climatico, innanzitutto riducendo del 50% l’uso di pesticidi chimici di sintesi entro il 2030 e promuovendo l’adozione di metodi alternativi per la protezione della colture.
La strategia Farm to Fork prevede il potenziamento della capacità produttiva europea nell’agroalimentare, anche per far fronte all’impatto negativo del cambiamento climatico sui sistemi produttivi correnti e punta, in particolare, a sostenere l’utilizzo di sistemi produttivi a basso impatto ambientale, come l’acquaponica.
L’obiettivo sperimentale dell’impianto pilota
L’impianto pilota che verrà realizzato in Puglia a Castellana Grotte, ha dichiarato Fabio Ugolini, coordinatore del progetto Aware, ad Aquaponica.blog «vuole dimostrare che i vegetali e i pesci prodotti con l’utilizzo delle acque reclamate sono, sia sotto il profilo tossicologico sia per l’aspetto qualitativo, uguali a quelli ottenuti nei sistemi di acquaponica tradizionale. La legislazione europea permette di utilizzare le acque reclamate per l’irrigazione. Attualmente, però, non esiste alcun tipo di regolamentazione che ne preveda l’uso per l’acquacoltura in generale.
Io e i miei colleghi lavoriamo da molto tempo nel campo del trattamento delle acque e sappiamo che, dal punto di vista fisico-chimico, quando la catena di trattamento è ben strutturata e si seguono correttamente tutti i passaggi, la qualità dell’acqua è molto alta. Usare un sistema di produzione di vegetali e proteine che funzioni con le acque reclamate acquisisce ancora maggior senso nelle zone con disponibilità di acqua limitata.
Se il nostro progetto pilota funziona, avremo la prova che anche un impianto di trattamento delle acque urbane può essere valorizzato. In questo modo può diventare una realtà produttiva davvero innovativa e un grande esempio di economia circolare».
Dall’impianto pilota a impianti più grandi
L’impianto pilota sperimentale di Castellana Grotte sarà situato all’interno di un impianto di trattamento delle acque e servirà per realizzare i primi test e verificare la salubrità e l’efficienza del sistema, perciò sarà di dimensioni ridotte.
Sarà costituito da una mini serra per il controllo della temperatura e conterrà tre piccoli impianti, costituiti ciascuno da una vasca di tre metri cubi, due alimentati con acque reclamate e uno con acque naturali. Ciascun impianto è progettato per produrre lattuga e allevare circa 50 tilapie, una combinazione largamente testata e convalidata in acquaponica.
«Nell’impianto pilota verranno testate e gestite tutte le variabili di sistema, comprendendone le eventuali criticità e andando a stabilizzarlo se necessario. Ci concentreremo in particolare sulla qualità dell’acqua per verificare quanto questa variabile possa incidere su resa ed efficienza.
Se il progetto avrà un riscontro positivo, dal 2025 lavoreremo con impianti più grandi, dotati di vasche di 7,5 metri cubi con circa 250 pesci, per dimostrare che è possibile ingrandire la scala dell’impianto di acquaponica utilizzando acque reclamate».