In merito a economia circolare e compostaggio, l'Op campana Agriverde ha tanto da raccontare. Infatti, ambiente e agricoltura sono le due A che la accomunano con le imprese Castaldo High Tech S.p.A. di Giugliano (Na) e Ge.Pro.Ter. Le tre aziende sono impegnate nel perseguimento di una produzione agricola pienamente sostenibile, nell’ottica di un’economia circolare vantaggiosa per tutti.
«È questo l’intento con il quale abbiamo voluto promuovere la nostra collaborazione» ci riferisce Gianni Falco dell’Op Agriverde. «Vogliamo produrre significativi miglioramenti nell’attività degli associati attraverso una maggiore conoscenza delle produzioni e il loro efficientamento».
Partire dalle basi: il suolo
La collaborazione nasce dalla consapevolezza che la prima lotta ambientalista di oggi è quella per proteggere il suolo. Questo il principale contenitore di carbonio e di biodiversità, sostiene la vegetazione e ci consente di nutrirci.
«Il prodotto utilizzato per migliorare i suoli agricoli è un ammendante compostato misto» afferma Salvatore Guttadauria della Castaldo High Tech. «Una parte delle colture vendute finisce nei residui solidi urbani, contribuendo a formare la frazione organica dei rifiuti solidi urbani (Forsu)».
La raccolta differenziata e il riciclo della frazione organica portano alla chiusura del ciclo della materia, col ritorno della sostanza organica al suolo. A questo provvedono gli impianti di compostaggio, che attraverso un processo biologico spontaneo di trasformazione della Forsu ne realizzano la trasformazione in composti humus-simili. Cià è simile a quella che si verifica nel suolo a carico della necromassa.
Fertilità e stoccaggio di anidride carbonica
«L’utilizzo nei suoli agrari del compost o ammendante compostato – aggiunge Silvestro Gallipoli della Ge.Pro.Ter. – determina il ripristino della fertilità. Infatti, promuove l’attività biologica delle comunità microbiche e rende disponibili i nutrienti. Inoltre sostiene la produttività delle colture con la chiusura del ciclo della materia».
Ulteriore e non trascurabile beneficio di questa pratica è la segregazione nei suoli di anidride carbonica, che è il principale gas climalterante nell’atmosfera. La sostanza organica dei suoli, infatti, rappresenta una delle più grandi riserve di carbonio e gioca un ruolo chiave nel ciclo biogeochimico di questo elemento.
«L’aumento del carbonio stabile nei suoli trattati con compost – spiega Gallipoli – è attribuibile all’abbondante presenza in questo tipo di ammendante di composti resistenti alla degradazione microbica, quali la lignina e la cellulosa. Sono presumibilmente derivanti dalla frazione organica dei residui solidi urbani e dallo strutturante che si aggiunge all’inizio del processo di compostaggio».
Il tutto risponde in pieno ai dettami della nuova strategia europea di sviluppo agricolo, Farm to Fork (ovvero dal campo alla tavola), che prevede che i sistemi alimentari debbano urgentemente diventare più sostenibili e operare entro i limiti ecologici del pianeta. La completa sostenibilità deve ora diventare l’obiettivo chiave da raggiungere per tutte le aziende del settore agroalimentare.
I numeri dell’Op Agriverde
L’Op Agriverde è un’organizzazione di produttori ortofrutticoli nata nel 2001 e riconosciuta dalla Regione Campania a gennaio 2007. Nel giugno 2015 ha ottenuto il riconoscimento anche per il settore pataticolo, completando una gamma di offerta legata alla vocazionalità e alle tradizioni produttive del territorio di riferimento.
La sede è nel cuore della Campania Felix e il prodotto tradizionale locale (pomodoro San Marzano e pomodoro del piennolo, per nominare le orticole principali) affianca la produzione agricola intensiva, in un’ottica europea. L’Op mira a sfruttare i punti di forza legati al binomio qualità-territorio e a mitigare quelli di debolezza legati a un’eccessiva polverizzazione del tessuto produttivo agricolo campano.
«Ad oggi – dichiara Gianni Falco – l’Op aggrega 29 soci singoli più 5 persone giuridiche. un totale di 243 produttori che coltivano una superficie di oltre 1.300 ettari (di cui oltre 100 ettari in coltura protetta) e producono oltre 57mila tonnellate di prodotti ortofrutticoli.
Nel complesso, l’Op commercializza una produzione vendibile di oltre 24 milioni di euro».
Per quanto riguarda la commercializzazione, il fresco è il mercato di riferimento per frutta e ortaggi. La produzione di patate è invece destinata alla trasformazione industriale. La quota di prodotti ortofrutticoli freschi destinata all’esportazione supera il 20%.
«Tra i prodotti ortofrutticoli freschi – aggiunge Falco – rivestono un ruolo preminente i ravanelli, la lattuga, i peperoni e i pomodori. Non potevano mancare produzioni ormai divenute tipiche campane, come la rucola e le baby leaf, destinate quasi esclusivamente al mercato estero».
A Battipaglia (Sa) l’Op dispone di un magazzino di 1.800 mq coperti, 2 celle frigorifere di 180 mq, una linea di lavorazione delle vaschette, una dei polistiroli e una di prodotto sfuso. Inoltre, a Francolise (Ce) ci sono 4 magazzini dei soci per la lavorazione e il confezionamento dei prodotti locali. Infine, a Cimitile (Na) c’è una struttura associata per lo stoccaggio e la lavorazione delle patate.