Input ridotti dalla normativa, prevenzione ancora più cruciale

prevenzione
Oltre ai vantaggi più noti, la pacciamatura limita lo sviluppo della Tuta e riduce la peronospora e la botrite grazie all’abbassamento dell’umidità in serra
Le limitazioni all’uso degli agrofarmaci portano a rafforzare i mezzi e le tecniche preventive, che diventano quindi anche un metodo di cura prima che sia troppo tardi intervenire

La prevenzione viene prima della cura. Einstein diceva: «gli intellettuali risolvono i problemi, i geni li prevengono» e, senza andare a scomodare altri famosi personaggi, basta ricordare quello che dicevano molti dei nostri genitori: «meglio prevenire un etto, che curare un chilo».

Input limitati

Il cambiamento climatico in atto, le richieste sempre più pressanti da parte della moderna Gdo sul tema riduzione residui, la strategia Farm to Fork (F2F), il piano decennale messo a punto dalla Commissione europea per guidare la transizione verso un sistema alimentare equo, sano e rispettoso dell’ambiente, impongono all’agricoltore e al tecnico di campo la riduzione degli input chimici per la difesa delle piante coltivate.

Tale limitazione nell’uso degli agrofarmaci si ottiene anche attraverso una efficace lotta preventiva contro i parassiti delle nostre piante.
Le pratiche di prevenzione con mezzi fisici, meccanici, agronomici e biologici sono ottime armi per integrare e supportare la difesa fitoiatrica.

Dove non arriva la chimica, agisce la prevenzione

Diventano indispensabili, tali tecniche preventive, quando si devono fronteggiare parassiti che per loro natura sono difficili se non impossibili da gestire solo chimicamente (Tuta absoluta, aleurodidi, Fusarium spp., nematodi, ecc.).

Sono discorsi sulla prevenzione già fatti dai nostri maestri, dai nostri professori negli istituti tecnici agrari o nelle facoltà di agraria, ma purtroppo restano – spesso – solo teorici. In pratica ancora oggi si tende a usare primariamente l’arma chimica, ma per i motivi sopradetti questo approccio deve cambiare e sta cambiando.

Voglio qui fare degli esempi, non esaustivi, e dare consigli di lotta preventiva a patogeni, artropodi e nematodi, frutto di una pluriennale esperienza in campo. Non saranno citati volutamente microrganismi o entomofagi per il controllo dei parassiti.

Rotazioni
In coltura protetta fare rotazioni è cosa ardua, ma cambiare coltura rimane il primo rimedio contro la maggior parte dei problemi legati al terreno e non solo.
La stabilità di un sistema è legata alla sua variabilità: coltivando sempre la stessa specie o famiglia botanica, sullo stesso terreno, inevitabilmente la natura “vi verrà contro” e sarete costretti a usare sempre più l’arma chimica.

Sovesci
Legati al concetto di variabilità ci sono anche i sovesci: servono ad aumentare la diversità e ottenere terreni soppressivi contro patogeni tellurici e nematodi.
Contro i nematodi, in particolare, si sta diffondendo l’utilizzo di Brassicacee – soprattutto rafano, rucola, senape – da sovesciare. Le Brassicacee producono glucosinolati caratterizzati da proprietà biocide.

prevenzione
Le tecniche preventive sono ancora più utili quando si devono fronteggiare parassiti che per loro natura sono difficili se non impossibili da gestire solo chimicamente

Sostanza organica
È preferibile dare concimi organici con un rapporto carbonio/azoto superiore a dieci, ovvero compost, letame con paglia, pellettati.
Anche in questo caso creeremo terreni soppressivi contro patogeni e nematodi (oltre a ridurre i nitrati negli ortaggi a foglia).

Resistenze
Una tecnica già molto diffusa e in continua evoluzione consiste nell’utilizzo di varietà e portainnesti resistenti alle malattie.

Azoto
Evitare eccessi di azoto ammoniacale e ureico, che inteneriscono e allungano la pianta e la predispongono ad attacchi.

Pacciamatura
Oltre alle funzioni note di controllo delle malerbe e dell’innalzamento della temperatura e del risparmio idrico, la pacciamatura limita lo sviluppo della temibile Tuta e riduce la peronospora e la botrite grazie all’abbassamento dell’umidità in serra.

Reti anti-insetto
Sono molto utili contro afidi, Tuta o altica, ma vanno ben inserite nel contesto della zona e del periodo di produzione.

prevenzione
Contro gli afidi sono molto utili anche le reti antinsetto, ma vanno ben inserite nel contesto della zona e del periodo di produzione. Per esempio, nei trapianti primaverili nel centro-sud sono controproducenti

Per esempio, nei trapianti primaverili nel Centro-Sud sono assolutamente controproducenti, poiché innalzano le temperature e riducono fortemente la ventilazione in serra.

No alla polvere
Limitare la velocità di auto e trattori in azienda e bagnare le strade può sembrare una stupidaggine, ma se si riesce a limitare l’innalzamento della polvere avremo molti meno problemi di ragnetto.

Bagnature
Bagnare le piante nei mesi caldi permette di ridurre la presenza di oidio e ragnetto rosso, i quali preferiscono ambienti caldi, secchi e ventilati.

Trappole cromotropiche
Inserire trappole nere per la Tuta, gialle per gli afidi e la mosca bianca e blu per il tripide, permette di ben monitorare e ridurne la popolazione.

Trappole a feromone
Trappole semplici con feromone per attirare i maschi e contemporaneamente limitare il numero e monitorare la situazione.

Confusione sessuale
È un buon sistema per il controllo della Tuta su pomodoro.

prevenzione
La limitazione all’accesso dell’acqua piovana in serra è un buon modo per ridurre il rischio di malattie

Banker plants contro afidi
Questa tecnica consiste nell’inserire in serra piante di grano con afidi non dannosi che saranno da nutrimento per imenotteri entomofagi in attesa dell’arrivo degli afidi dannosi.

Sesto d’impianto
Aumentare il numero di piante a ettaro aumenta la produzione, ma diminuisce la qualità e riduce la ventilazione, aumentando così il rischio di attacchi dei patogeni.

Struttura della serra
Le serre con gronda, corte e alte o con apertura al colmo/gronda garantiscono un’ottima ventilazione e una limitazione all’accesso dell’acqua piovana in serra è un buon modo per ridurre il rischio di malattie.

Quando irrigare/trattare
Durante i mesi umidi la mattina: bagnare la pianta la sera a novembre favorisce la peronospora, una malattia il cui agente causale è un fungo, che si sposta grazie all’acqua; inoltre, irrigare la sera riduce lo sviluppo radicale.

Controllare la distribuzione dell’agrofarmaco

È necessario anche sollecitare l’uso delle cartine idrosensibili per il controllo della distribuzione di un agrofarmaco. Per pochi euro, apponendo queste cartine sulle foglie della coltura interessata, avremo informazioni immediate sulla distribuzione dell’agrofarmaco. Ricordiamo che l’efficacia di una sostanza attiva non è legata solo alla sostanza in sé, ma anche e in buona percentuale a come è distribuita.

Tecnico di campo

Infine, è utile, se non necessario, per applicare validamente i principi della difesa preventiva, avere in azienda un tecnico di campo dipendente o libero professionista, un tecnico specializzato nell’assistenza tecnico agronomica, che indossa gli stivali e sotto la pioggia o vento, vada in serra a verificare le condizioni climatiche e colturali e a effettuare il monitoraggio e decidere cosa, come e quando agire.

L’importanza di una strategia

Uno stratega cinese di 2500 anni fa, Sun Tzu, scrisse il famoso libro “L’arte della guerra”. Tra i vari “consigli” uno dei più famosi è: «Il più grande generale è colui che vince senza combattere».

Parafrasandolo possiamo affermare: «Un buon agricoltore o un buon tecnico è colui che riesce a prevenire un certo problema (e a volte a risolverlo) con l’ottimale gestione del clima, dell’irrigazione, delle tecniche di coltivazione e della scelta varietale, prima di dare battaglia e usare le “armi” (chimiche) a sua disposizione».

Per poter rispondere alla moderna Gdo, al Farm to Fork della Commissione europea e ridurre l’input chimico, è necessario riportare in primo piano l’approccio agronomico al problema e usare l’utile arma chimica come ultima e non come prima soluzione. Ricordiamoci il vecchio detto: prevenire è meglio che curare.

Input ridotti dalla normativa, prevenzione ancora più cruciale - Ultima modifica: 2023-01-11T18:27:32+01:00 da Lucia Berti

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome