Dinamica delle tipologie e varietà di pomodoro nell’orticoltura protetta Vittoriese

NEL VITTORIESE IL RE È IL POMODORO

La principale coltura orticola della zona conferma la presenza sul mercato con una grande varietà di tipologie, in particolare grappolo rosso, ciliegino e vesuviano e la nuova arrivata ovetto.

Con la periodicità consueta si propone all’attenzione degli addetti l’analisi relativa alla serricoltura dell’interland Vittoriese attraverso i dati forniti da due vivai. Il primo, COR della cooperativa Rinascita di Vittoria, è quello che tradizionalmente  in questi anni ha consentito di tracciare a grandi linee il quadro dinamico delle specie, tipologie e varietà; al   quale, per il biennio 2007-08,  se ne è aggiunto un secondo, il vivaio Fontana, che opera anch’esso nell’interland Vittoriese. Ad entrambi va riconosciuto il merito e la sensibilità socio-economico-culturale di fornire  gli elementi documentali per minimamente definire le direttrici di marcia del comparto che, sotto il profilo conoscitivo, sono utili oltre che a loro stessi a molti altri operatori.

L’analisi si sviluppa dai dati relativi al biennio 2007-08 con il puntuale confronto con il dato storico del biennio 2005-2006 ed eventualmente con quelli precedenti quando ritenuto rilevante. Come noto i dati si riferiscono alle piantine consegnate ai propri soci (clienti) dai vivai citati. Dal punto di vista metodologico i dati relativi a quest’ultimo biennio risultano dalla sommatoria di quelli forniti dai due vivai e quindi non sono del tutto omogenei a quelli precedenti. Va tenuto presente nella lettura degli stessi che ciascun vivaio, per essere il primo, struttura di una cooperativa, mentre il secondo è impresa privata,  probabilmente segue strategie che fanno riferimento ad accordi commerciali diversi e di cui i dati possono essere solo testimonianza criptica.  Da questo punto di vista  i dati su cui si fonda l’analisi, se perdono in omogeneità acquistano in realismo poiché, nell’ambito di un contesto operativo comune, ciascun vivaio realizza qualche differenziazione che trova espressione operativa nel comparto e che tuttavia non inficia il quadro complessivo, nel senso che non si sono riscontrati dati  tanto contraddittori da vanificare il dato medio, base della discussione. Così, una certa varietà potrà essere presente per il particolare accordo commerciale con un vivaio che la sostiene o, viceversa, potrà  non esservi presente  per  la ragione opposta o per avere ricevuto segnalazione di particolari problemi agronomici a suo carico. Si tratta di elementi di cui va tenuto conto per evitare di dare significato esaustivo allo studio. Infine una precisazione: alcune varietà sebbene presenti tra i dati dei vivai non compaiono nelle tabelle e nei grafici perchè poco rappresentative. 
 

Dinamica delle specie

A questo livello nel biennio si registrano solo lievi mutamenti: le specie  restano le stesse con il pomodoro che intercetta percentuali intorno al 70% con lievi oscillazioni che sembrano accusare un tendenziale lieve incremento; il peperone con valori percentuali intorno al 17 % viceversa segnala una leggera tendenza al contenimento; analogamente la melanzana che pare attestarsi intorno a  valori medi del 6%, con una riduzione, rispetto al biennio precedente, di circa 2-3 punti percentuali; infine, il cetriolo che con il 3% segnala un modesto andamento crescente.

Le altre specie, tranne lo zucchino, che come noto non si trova che raramente tra i dati dei vivai perché  viene direttamente seminato, hanno scarso rilievo poiché non appartengono alle colture rappresentative dell’area (Tab. 1).
Il quadro disegnato dalle specie, considerato che viene confermato da oltre un decennio, ha carattere strutturale  perché il suo determinismo trova origine in fattori ambientali e socio-economici che stanno a monte dello stesso.

Tenuto conto che lo zucchino intercetta nell’area circa il 10% della superficie destinata alla serricoltura si potranno fare gli aggiustamenti del caso per tracciare il quadro dell’incidenza delle varie specie in termini di superficie. In tal senso sarà necessario considerare che per la melanzana l’investimento è di 2 piante a m-2  lordo e che, come si vedrà di seguito, la recente diffusione della cimatura e dell’innesto nel pomodoro, riduce l’investimento da c.ca 3 piante m-2 a di 1,5 piante m-2 lordo.

-Le tipologie
Per le tipologie (Tab 2) a maturazione rossa già affermate  si registra  il sensibile contenimento della tipologia ciliegino che da valori oltre il  50% del biennio precedente, scende attorno a poco più del 39%, probabilmente a causa dei non soddisfacenti risultati economici conseguiti nell’arco del 2005- 2006, mentre l’inverso accade per il grappolo rosso che passando dal 27% al 32% c.ca conquista una parte della frazione percentuale ceduta dal ciliegino.

grappolo rossopomodoro piccadilly
Tra le altre tipologie a maturazione rossa il vesuviano e il Piccadilly con poco meno del  12% segna  una leggera tendenza alla crescita e consolida la posizione conquistata già negli anni precedenti; una posizione di tutto rispetto tale da farla annoverare tra le tipologie stabilmente insediate nel panorama dell’orticoltura protetta ragusana. La recente tipologia datterino, sebbene con una modesta frazione percentuale del 2,5%,  quasi  raddoppia quella del biennio precedente e  sembra,dalle osservazioni di campo, in ulteriore crescita.

datterinodatterino
La maggiore novità che porta il biennio è costituita dalla diffusione,  ancora incerta poiché la tendenza sembra flettente, della tipologia “ovetto” che individua quella tipologia di frutto raccolto  a maturazione rossa la cui  forma è assimilabile all’ uovo di gallina. Questa tipologia intercetta circa 2,5 punti percentuali con lieve tendenza alla riduzione sia in termini percentuali che in valore assoluto. La tipologia  sconta, come spesso accade, la sua incerta definizione sia sul piano commerciale che agronomico. Da un lato, trova nella tipologia a frutti allungati la sua concorrente più immediata e con la quale, in molte occasioni, avviene  uno scambio tra le varietà delle due tipologie (Lancelot, che solitamente appartiene alla tipologia a frutti lunghi,  spesso viene accettato come appartenente alla tipologia ovetto); dall’altro, varietà ricadenti nella tipologia e indicate dalle aziende sementiere per la raccolta a maturazione ross (Sharek) spesso vengono raccolte a maturazione verde. Il prossimo biennio sicuramente fornirà indicazioni chiarificatrici se collocare la tipologia tra quelle a maturazione verde o a maturazione rossa.

Le  tipologie a maturazione verde registrano la scomparsa di quella  verde costoluto (Marmande: della quale tuttavia restano piccole oasi di coltivazione) sostituita da varietà ibride semi-costolute. Questa tipologia, in probabile relazione con la crisi relativa fatta registrare dal ciliegino, ha segnato una decisa inversione di tendenza con l’incremento di circa 5 punti percentuali, ma con  valori che segnalano forti differenze tra i due vivai. La tipologia a frutti allungati appare in leggero decremento senza tuttavia segnalare alcun tracollo; analogo appare il discorso relativo alla tipologia  cuore di bue che pur conservando una presenza stabile appare in leggera decrescita.

La partita nell’ambito delle tipologie di pomodoro sembra svolgersi fra la tipologie ciliegino, grappolo rosso e vesuviano con qualche riflesso sulla tipologia verde semi-costoluto. Pare si vada instaurando una sorta di equilibrio dinamico, nel senso che l’andamento dei prezzi di mercato indicherà  di anno in anno l’equilibrio fra le tre tipologie. Il datterino, invece, è destinato a restare, con ogni probabilità produzione di nicchia, in probabile ulteriore diffusione, con un significativo  contributo a tipicizzare la produzione dell’area. Alla  tipicizzazione della produzione dell’area contribuiscono anche tutte le tipologie a maturazione verde ed in particolare il verde costoluto (Marmande) che sebbene oramai limitato a produzioni esigue, resta a simbolo  delle origini della serricoltura ragusana.
 

Dinamica delle varietà a maturazione rossa

- grappolo rosso
Il panorama varietale ricadente in questa tipologia (Tab.3) segnala il suo consistente ampliamento: mentre Laetitia rispetto al biennio precedente mantiene la stessa prima posizione, invece, Ikram e Rovente subiscono una sensibile contrazione pari a circa 7 punti percentuali per ciascuna. Seguono poi    Shannon, Desiderio e Cibellia che, gia presenti nel biennio precedente, consolidano la loro presenza raggiungendo percentuali intorno all’8%. Pur restando il  panorama varietale il medesimo del biennio precedente, la presenza di ciascuna varietà (fatta eccezione per Laetitia) diventa compresenza, tendenzialmente paritaria. Il tratto caratteristico dell’elevato numero delle varietà presenti sul mercato, per raggruppare valori intorno all’80% delle piantine di questa tipologia occorre sommare quelle di ben 11 varietà, viene ancora una volta confermato. Tale elemento, che nella vulgata viene visto come dato negativo per l’eccessiva frammentazione che comporterebbe a livello commerciale, esprime in realtà la vivacità della tipologia attorno cui agiscono sinergicamente, da un lato, gli interessi delle aziende sementiere e, dall’altro, da parte dei produttori la ricerca di conformazioni  genetiche idonee a specifiche esigenze agronomiche.

Il giorno in cui la tipologia dovesse accusare una sensibile riduzione nel numero delle varietà presenti  in coltura  segnerebbe, con ogni probabilità, la via del tramonto della tipologia.

- ciliegino
Di contro alla tipologia precedente, la tipologia ciliegino (Tab.4), accentra la produzione intorno ad un numero di varietà ristretto, sostanzialmente tre, Shiren, Tyty (Foto 6) e Panarea, con una tendenziale riduzione di Shiren e Panarea  a favore di Tyty, soprattutto a motivo della resistenza/tolleranza di quest’ultima alla virosi TYLCV. L’ultimo anno ha visto la presenza di  Tropical, Belize e Genio che pur dovendo ancora dare conferma, stando alle osservazioni di campo durante la primavera 2009, sembrano avere buone possibilità di affermazione.

- vesuviano
Il successo di questa tipologia è confermato dall’ampliamento delle varietà coltivate (Tab.5). La varietà “capostipite”- Piccadilly - ha perso molte posizioni pur restando ancora nel gruppo di comando: Pixel (Foto 7) in particolare, seguito da Motekino, il cui valore medio risente fortemente della sommatoria dei dati di due vivai, ha avuto una forte affermazione; seguono altre due varietà (che intercettano frazioni intorno al 3-5%), Montalbano e Snack che sembrano sulla via della possibile ulteriore diffusione.

Tytypixel
- datterino
Le varietà ricadenti in questa tipologia tendono ad ampliarsi poiché l’interesse del mercato è crescente (Tab.6). La varietà Dasher, come nel biennio precedente, risulta ancora largamente dominante.  La varietà Santa, in apparente riduzione, merita un discorso a parte poiché è destinata al mercato inglese e viene raccolta a frutto singolo e non a grappolo come nel caso delle varietà destinate al mercato nazionale. La varietà Ipparino, che ha avuto una forte affermazione  nell’ultimo anno, tuttavia risulta presente  tra i dati del solo vivaio Fontana.
 

Dinamica delle  varietà a maturazione verde

LancelotCuore di bue

pomodoro allevamento pomodoro piantine piantine


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Ringraziamenti: si ringrazia il P.A. G. Vittoria  ed il Sig. S. Cassibba per gli u tili  chiarimenti forniti nella interpretazione di alcuni dati.
di G. Donzella -  E.S.A. –S.O.P.A.T. Vittoria;  G. Giurdanella – COOP. RINASCITA Vittoria
S. Argento  - Assegnista di ricerca Dipartimento DOFATA Università Catania

NEL VITTORIESE IL RE È IL POMODORO - Ultima modifica: 2010-01-24T19:29:02+01:00 da Colture Protette

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