Uno dei problemi agronomici più penalizzanti per l’orticoltura odierna è quello del compattamento del suolo perché causa sia perdita di produttività (riduzione ricavi) sia un incremento nell’uso di agrofarmaci e fertilizzanti (aumento dei costi). È bene quindi capire cos’è il compattamento del suolo e individuare rimedi efficaci.
Fra tutti una tecnica che potrebbe risultare particolarmente vantaggiosa per l’orticoltura e già diffusa in paesi di lingua anglosassone dove però è applicata soprattutto su colture estensive, è quella del cosiddetto traffico controllato (Controlled traffic farming, Ctf).
Il compattamento del suolo
Il compattamento del terreno è una riduzione permanente del suo volume dovuta a una compressione provocata da un attrezzo o dallo pneumatico di un veicolo.
Il primo step consiste in un avvicinamento degli aggregati del terreno dovuto al riassestamento delle particelle, con conseguente riduzione dei macropori. Se la pressione applicata è sufficientemente forte, vi è poi anche il collasso degli aggregati, che tendono a frantumarsi e fondersi formando una massa compatta, molto densa e di notevoli dimensioni.
Più il terreno è pesante, cioè ricco di argilla, e maggiori saranno gli effetti. Il compattamento quindi è responsabile della riduzione di porosità, permeabilità, aerazione e temperatura del terreno, provoca non favorevoli condizioni di crescita delle radici, difficile assorbimento degli elementi nutritivi, riduzione della produzione e aumento dell’energia richiesta per le lavorazioni.
Il compattamento, specie se ripetuto negli anni, produce cali di resa proporzionali all’estensione e alla pressione esercitata dalle macchine agricole sul terreno.
Gli interventi di decompattamento sono ovviamente indispensabili, ma non riescono a rigenerare in pieno la fertilità del suolo; è frequente registrare, comunque, un abbassamento delle prestazioni produttive anche nelle annate successive all’intervento di decompattazione.
Inoltre, la maggiore densità raggiunta dal terreno causa un maggior apporto energetico nella lavorazione successiva che si traduce, a sua volta, in un possibile aumento di potenza del trattore e, di conseguenza, ad un ulteriore maggiore massa e maggior compattazione. Al riguardo bisogna considerare che una quota non trascurabile della potenza erogata dal trattore si disperde nel suolo, compattandolo. Nelle lavorazioni del terreno tale quota è molto elevata e in quelle convenzionali può raggiungere il 40-50% della potenza totale erogata.
Per interrompere questa spirale di eventi sfavorevoli alla coltivazione sono state sviluppate soluzioni che riducono il compattamento, come l’adozione di:
- ruote gemellate,
- pneumatici a bassa pressione e larga sezione,
- cingoli in gomma.
Così operando, si “spalma” su una superficie maggiore il calpestamento riducendone al contempo l’entità: meglio calpestare poco una superficie più ampia. Compattare poco il suolo consente di ridurre l’intensità della lavorazione. La stessa tecnica di semina su sodo prevede, per garantire il conseguimento di un reddito, che sia limitato al massimo il compattamento.
Alcuni studi però dimostrano come un suolo agrario soffra per qualsiasi grado di calpestamento perché compattazione e azioni di decompattazione alterano il sistema ecologico del terreno interferendo con lo sviluppo della rizosfera (micorrize, antagonisti eccetera) e con i cicli di acqua, carbonio e azoto.
Controlled traffic farming
Ecco allora tornare utile una tecnica, quella del traffico controllato. [...]
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