Nelle aree in cui la fragola è coltivata in modo intensivo (es. piccole aziende a conduzione familiare) sono frequenti i casi di gravi perdite di produzione spesso attribuite in modo generico a fenomeni di stanchezza del terreno. In realtà le cause possono essere molteplici, e tra esse di sicuro va annoverato l’aumento del potenziale d'inoculo nel terreno di patogeni dell’apparato radicale e del colletto (Pythium, Phytophthora, Verticillium, Rhizoctonia e Fusarium spp.) come pure la presenza in campo di nematodi ed erbe infestanti difficili da controllare. La tecnica più efficace per contrastare questo fenomeno consiste nel fumigare il terreno con prodotti chimici prima dell’impianto, impiegando possibilmente formulati ad ampio spettro d’azione: fungicida, insetticida, nematocida ed erbicida.
Le tecniche
In passato l’uso del bromuro di metile assicurava a bassi costi ottimi risultati; ma con la sua messa a bando da parte dell’Unione Europea (per gli effetti negativi sulla fascia atmosferica dell’ozono) e data l’attuale incertezza legislativa sulla possibilità di poter ancora utilizzare altri fumiganti chimici come l’1,3 Dicloropropene (1,3-D) e la cloropicrina, l’attenzione si è spostata verso soluzioni non chimiche (es. biofumigazione, solarizzazione e uso del vapore) con risultati variabili in relazione alle condizioni locali.
Di recente l’interesse nei confronti di possibili tecniche alternative alla fumigazione è ulteriormente accresciuto, prendendo in considerazione anche l’uso di prodotti chimici e microbiologici capaci di aiutare la coltura a superare stress biotici e abiotici, ma di certo a minore impatto sull’ambiente e sulla salute degli operatori se confrontati ai fumiganti chimici.
Fra questi prodotti sono da annoverare alcuni concimi a base di microelementi con azione sui microrganismi del terreno (Furos® e Multi-Ox™), funghi micorrizzici (Mycor) e consorzi microbiologici comprendenti oltre a questi ultimi anche batteri antagonisti e funghi saprofiti derivanti dalla rizosfera (Micosat F®). Le loro principali caratteristiche e i possibili effetti sulla coltura dichiarati dal produttore sono riportati in tabella 1.
La prova in Romagna
Al fine di testare la loro efficacia, Crpv e Astra hanno realizzato un’apposita prova nel Cesenate (area particolarmente vocata alla fragolicoltura) su un terreno in precedenza coltivato a fragola e utilizzando piante frigoconservate della varietà Alba, una combinazione, questa, notoriamente sensibile al ristoppio.
Le diverse tesi hanno riguardato l’applicazione dei vari prodotti sia in pre-trapianto (immergendo le piantine di fragola in una soluzione acquosa), sia durante le fasi successive: venti e quaranta giorni dopo il trapianto; in primavera alla ripresa vegetativa; dopo altri venti giorni dal risveglio delle piante. Per i trattamenti post-trapianto si è proceduto, secondo i casi, alla distribuzione diretta del formulato sull’area interessata, oppure tramite l’impianto di fertirrigazione a manichetta di cui era dotato l’appezzamento oggetto della prova. Nel caso del Multi-Ox™ è stato eseguito anche un trattamento in pre-impianto.
Oltre che da solo il Mycor è stato testato in combinazione con tutti gli altri prodotti, sia in soluzione acquosa (per il bagno della pianta prima del trapianto) sia, in seguito, distribuito sul terreno in pieno campo. I vari trattamenti sono stati posti a confronto con la fumigazione a base di cloropicrina (con e senza Mycor in pre-trapianto) e con un testimone non fumigato e non trattato. Le dosi impiegate e il calendario dei trattamenti effettuati sono riportati in tabella 2.
Risultati sulle rese produttive
Il confronto tra le parcelle trattate con i prodotti a basso impatto e quelle fumigate con la cloropicrina (con e senza Mycor) evidenzia un migliore risultato produttivo a favore di queste ultime. Dall’analisi dei dati riportati in tabella 3, si può, infatti, osservare come la produzione totale e quella commerciale siano significativamente più elevate (con valori che superano sempre 0,9 kg/pianta) nelle tesi in cui è stata eseguita la fumigazione con cloropicrina, sia da sola sia associata al trattamento con le micorrize.
Le produzioni totali ottenute nelle parcelle trattate con Mycor, Multi-Ox™ e Micosat F® sono risultate simili tra loro, con valori compresi tra 0,53 e 0,64 kg/pianta. Analogo andamento si è riscontrato per le produzioni al netto dello scarto (produzione commerciale). Si tratta comunque di rese inferiori a quelle ottenute nel testimone non fumigato e non trattato, che ha dato origine a una produzione totale di 0,85 kg/pianta e una produzione commerciale di 0,75 kg/pianta.
Discorso a parte merita la combinazione Furos®/Mycor, dove l’aggiunta del formulato a base di funghi micorrizzici si è rivelata fitotossica, determinando un’elevata mortalità delle piante (pari al 60%) e una scarsa vigoria delle stesse, con riflessi molto negativi sulla loro produttività che in ogni caso non è arrivata a 0,3 kg/pianta.
La qualità dei frutti
Ancorché meno rilevanti rispetto a quelle produttive, alcune piccole differenze si sono tuttavia riscontrate sulla qualità commerciale dei frutti. Per quanto concerne il peso medio (tabella 4), le pezzature più elevate (23-24 g) si sono ottenute nelle tesi fumigate con cloropicrina (con o senza il trattamento preventivo delle piantine con Mycor) e sempre superiori al testimone non fumigato che ha prodotto fragole con peso medio di 21 g. Leggermente inferiori a quest’ultimo, sono risultate le pezzature dei frutti ottenuti sia nelle parcelle concimate con Furos® che in quelle trattate con il microbiota Micosat F® (entrambe pari a 20 g); mentre il peso medio in assoluto più basso (19 g) si è ottenuto con il trattamento a base di sole micorrize (Mycor) e dalle piantine trattate con Multi-Ox™. Non si sono riscontrate, invece, significative differenze in termini di durezza, residuo secco rifrattometrico e acidità dei frutti, se non un aumento del grado zuccherino nelle parcelle trattate con Furos® e Multi-Ox™, conseguenza diretta della scarsa produzione che tende a concentrare la sostanza secca nei pochi frutti prodotti dalla pianta.
Difficile da sostituire
I risultati complessivi della prova evidenziano che la fumigazione con cloropicrina si conferma essere la tecnica più efficace per sterilizzare il terreno in cui s’intende ristoppiare la coltivazione della fragola. Le alternative proposte (concimi a base di microelementi con azione antiossidante sui patogeni edafici, funghi micorrizzici e consorzi microbiologici), pur avendo un basso impatto sull’ambiente, non si sono mostrate altrettanto efficaci nel contrastare le perdite produttive causate dal ristoppio.