I l trapianto meccanizzato costituisce una tecnica consolidata e insostituibile per la maggior parte delle colture orticole. Infatti, il trapianto a macchina, rispetto a quello manuale garantisce un sicuro e rapido attecchimento, grazie alla più precisa messa a dimora della piantina, una più uniforme maturazione del prodotto, grazie al rispetto delle distanze e al mantenimento della verticalità della piantina, un forte risparmio di manodopera ed una maggiore tempestività di intervento (e quindi il rispetto dell’epoca ideale per avviare la coltivazione). Rispetto alla semina, questa tecnica offre molti vantaggi come ad esempio un più rapido raggiungimento della maturazione, una migliore qualità dovuta a un più equilibrato sviluppo della pianta, un incremento di produzione, minori perdite per fallanze. Inoltre consentono, grazie alla più rapida copertura del campo, un più agevole controllo delle infestanti e di alcuni parassiti. Tutto ciò si traduce in un vantaggio economico concreto capace di ripagare ampiamente i maggiori costi di questa tecnica rispetto alla semina.
Il costo di questa operazione può essere importante e quindi è utile analizzare come si compone e come si può intervenire per ridurlo.
Infatti, nel trapianto il parametro che determina le fluttuazioni di costo più ampie è la produttività del lavoro intesa sia come produttività della macchina e soprattutto dell’uomo, dato che molte tipologie prevedono un largo impiego di manodopera.
La produttività
La maggior parte delle trapiantatrici per alveolo presenti sul mercato sono delle semplici agevolatrici perché è l’operatore che preleva la piantina dai contenitori, una a una, e le inserisce negli appositi alloggiamenti che guidano oppure conducono la piantina nel terreno. Sostanzialmente riscontriamo due tipologie: una volgarmente chiamata a bicchiere e l’altra a volano, cioè con un rotore con asse di rotazione verticale.
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