L’orticoltura lucana più evoluta e capace di confrontarsi con il mercato ha fame di agricoltura di precisione. Soprattutto le aziende orticole più grandi e intensive della piana metapontina, dove si destinano migliaia di ettari a numerose specie orticole in pieno campo e coltura protetta, come pomodoro da mensa, peperone, melanzana, cavolfiore, cavolo rapa, finocchio, sedano, prezzemolo e così via, e oltre 1.000 ettari alla coltivazione sotto tunnelloni della fragola, in particolare della cultivar Candonga, molto ricercata e apprezzata dai mercati più esigenti, mostrano un crescente interesse ad avvalersi nella gestione delle colture di moderne tecnologie che consentano di eseguire gli interventi agronomici tenendo conto delle caratteristiche biochimiche e fisiche del suolo e delle effettive esigenze delle piante coltivate. Fame e interesse che possono essere legittimamente soddisfatti da una Regione, la Basilicata, all’avanguardia in Italia nella ricerca e sperimentazione dell’agricoltura di precisione per rendere il sistema produttivo agricolo lucano più sostenibile soprattutto per l’ambiente, ma anche più competitivo. È quanto afferma Paola D’Antonio, docente di Meccanica agraria presso il Dipartimento SAFE – Scuola di scienze agrarie, forestali, alimentari e ambientali dell’Università della Basilicata e responsabile di due progetti finalizzati a diffondere l’agricoltura di precisione in terra lucana.
Progetto triennale
«Lo scorso autunno è partito il progetto triennale Go Agrotech Basilicata, finanziato con 260.000 euro dal Psr Basilicata 2014-2020 Misura 16 Cooperazione Sottomisura 16.1 “Sostegno per la costituzione e gestione dei gruppi operativi del PEI” e coordinato dall’Alsia (Agenzia lucana di sviluppo e innovazione in agricoltura), in collaborazione tra i cluster Aerospazio e Bioeconomia previsti dalla Smart Specialization Strategy (S3) regionale, un’agenda di trasformazione economica per collegare il sistema della ricerca con quello produttivo e con quello sociale.
Sposando la logica dell’aggregazione si sono messi insieme 17 partner di cui nove imprese agricole, comprese alcune orticole, quattro centri di ricerca pubblici (fra cui l’Università della Basilicata), due imprese tecnologiche e due broker dell’innovazione. L’obiettivo è trasferire alle imprese agricole le innovazioni e le tecnologie “mature” nel settore dell’agricoltura di precisione, diffondendo i risultati all’intero territorio regionale. Il progetto prevede l’organizzazione di prove dimostrative nelle aziende agricole sulle innovazioni individuate e di convegni, workshop e scambi di buone pratiche con altri soggetti che sviluppano applicazioni di smart farming, l’“agricoltura intelligente”».
La sperimentazione che si intende divulgare è frutto di attività di ricerca impostate, in una logica di sostenibilità, sulla guida automatica con correzioni satellitari, di macchine agricole per le lavorazioni del terreno, per lo spandimento dei concimi e per la distribuzione degli antiparassitari.
Guida automatica
«Abbiamo innanzitutto valutato la guida automatica sulla trattrice portante un erpice a dischi, lavorando su colture estensive, prima le cerealicole e poi le orticole da pieno campo, tipiche dei territori lucani di alta collina e bassa montagna, caratterizzati da problemi di erosione e instabilità dei pendii: la guida automatica ha permesso di migliorare la qualità delle lavorazioni evitando di ripassare sullo stesso terreno e consentendo di passare correttamente ai bordi delle capezzagne, contribuendo quindi a limitare l’effetto erosione.
La guida automatica applicata alla trattrice che porta lo spandiconcime di tipo centrifugo, che ha un’ampiezza di lavorazione di 36 m e una sezione di 2 m, ha permesso di variare l’apporto di concime appunto ogni 2 m. La guida automatica sulla trattrice che porta l’atomizzatore o la barra irroratrice ha permesso una distribuzione corretta dei prodotti chimici di sintesi, evitando la distribuzione fuori luogo di antiparassitari e limitando il loro dilavamento, quindi riducendo i costi ambientali ed economici della difesa. Anche la semina, come ogni operazione colturale, può essere favorita dall’applicazione dell’agricoltura di precisione: se, ad esempio, in certe aree la produzione è sempre minima o quasi assente, potrebbe anche essere economicamente conveniente non seminare».
Per le orticole
È importante evidenziare che pure per le colture orticole, aggiunge D’Antonio, è fondamentale ai fini di una reale agricoltura di precisione creare mappe di zonizzazione e poi mappe di produzione durante la raccolta, che quindi contribuiranno a creare le mappe di prescrizione, indispensabili, a loro volta, per variare ad esempio l’apporto di fertilizzanti. «Anche se le colture orticole sono soggette a una rotazione più lunga di quella del grano duro, l’analisi di mappe storiche di produzione delle ortive e delle altre colture in rotazione, analizzate e confrontate tra loro, aiuta comunque a intervenire, nella concimazione, nella difesa e così via, in maniera differenziata con macchine a rateo variabile».
Dopo l’avvio del progetto Go Agrotech, comunica D’Antonio, sta per partire la Sottomisura 16.2 “Sostegno a progetti pilota e allo sviluppo di nuovi prodotti, pratiche, processi e tecnologie”, che, con una dotazione finanziaria di 3.500.000 euro, ha l’obiettivo di realizzare progetti pilota aventi come oggetto l’applicazione e/o l’adozione di risultati di ricerche effettuate in diverse realtà, al fine di introdurle nel contesto geografico lucano.
Per la fragola in serra
«Questa sottomisura prevede la sperimentazione sulle colture ortofrutticole tipiche del Metapontino, in particolare la fragola. L’agricoltura di precisione presuppone il collegamento di ogni “punto” oggetto di esame con il satellite, cosa facile per le colture effettuate in pieno campo, ma non tanto semplice per quelle realizzate sotto tunnel o serra. Infatti nelle colture protette la copertura può essere un limite alla georeferenziazione, cioè all’attribuzione del dato della dislocazione geografica attraverso un sistema di coordinate ottenute grazie al sistema satellitare globale di navigazione, noto come GPS. È anche per questo che negli Usa, primo paese che trent’anni fa partì con l’agricoltura di precisione, la sperimentazione è iniziata sempre dalle colture estensive, realizzate da aziende di grandi dimensioni».
Ebbene, nell’ambito delle attività sperimentali legate alla Sottomisura 16.2, il gruppo operativo ha deciso di affrontare e superare queste difficoltà realizzando per la coltura della fragola un prototipo di smart tunnel, «che, con l’ausilio di sensori, droni e immagini satellitari, permetterà di gestire la variabilità sotto il tunnel, dando a ogni pianta ciò di cui ha bisogno esattamente quando ne ha bisogno. L’obiettivo, anche in questo caso, è ovviamente massimizzare le produzioni o aumentare la qualità delle stesse, eliminando gli sprechi con un conseguente guadagno per l’agricoltore e per l’ambiente».
Fertirrigazione in continuo
Oltre alla realizzazione del prototipo di smart tunnel, sottolinea D’Antonio, la Sottomisura 16.2 metterà a punto un’applicazione software per la gestione della fertirrigazione in continuo della fragola.
«La fertirrigazione in continuo consente, se gestita in maniera equilibrata, di modulare l’apporto dei nutrienti in funzione delle diverse fasi fenologiche della coltura e di mantenere a livelli ottimali la concentrazione dei nutrienti nella soluzione circolante del terreno, evitando sia carenze o asportazioni in eccesso da parte della coltura, con effetti positivi su produzione e qualità, sia perdite per lisciviazione, con un minore impatto ambientale. Attualmente la gestione sostenibile della nutrizione permette di conseguire nelle condizioni colturali tipiche del Metapontino (tunnel, terreno pacciamato, piante fresche, cultivar Candonga), ottimi esiti produttivi (700-800 g/pianta), produzioni precoci (250 g/pianta entro la prima decade di marzo), produzione continua nel tempo e con bassa percentuale di frutti deformi, produzione di alta qualità con frutti di pezzatura media, colorazione uniforme, alto contenuto zuccherino e buona shelf life. In più tale gestione garantisce una migliore efficienza d’uso delle risorse idriche e nutritive e, nel complesso, maggiore sostenibilità del processo produttivo. Questi risultati già positivi possono essere ulteriormente ottimizzati con l’applicazione puntuale delle tecnologie proprie dell’agricoltura di precisione».
Candonga e GDO
Per il Metapontino la coltivazione della fragola, in particolare della cultivar Candonga, è un autentico punto di forza. Questa eccellente varietà viene prodotta e commercializzata non solo in Italia ma anche su grandi mercati esteri, quali Europa centrosettentrionale e Stati Uniti, come un prodotto ormai tipico di questo territorio, da aziende agricole tecnologicamente avanzate che hanno rapporti stretti con le catene italiane ed estere della Gdo. Tali aziende, assicura D’Antonio, sono molto interessate a implementare le tecnologie dell’agricoltura di precisione, anche perché queste sono un ottimo strumento di tracciabilità delle produzioni agricole e di garanza del Made in Italy.
«Il limite all’utilizzazione di tali tecnologie può essere legato soprattutto alla non continua disponibilità di una linea telefonica e quindi trasmissione dati, che fornisca grandi quantità di dati e abbia tempi di latenza bassi, cioè sia molto veloce. In pratica, maggiore è la velocità della rete, meglio va la connessione, e viceversa. Purtroppo in Basilicata in alcune aree la linea 4G presenta segnale ridotto, riducendosi a una meno efficiente 3G con interruzione delle linee e difficoltà e bassa velocità nella trasmissione dei dati. La buona notizia, però, è che la linea 5G, la quinta generazione della telefonia, che assicura grandissima velocità di trasmissione di tantissimi dati, è in sperimentazione in Italia in cinque città fra cui Matera. Ecco perché le nostre sperimentazioni possono essere all’avanguardia se sperimentate nella provincia di Matera».