La serra è uno dei settori agricoli in cui la raccolta manuale è ancora ben presente; sebbene, forse, non più maggioritaria. E all’interno della serra, le verdure a foglia rappresentano l’esempio più rappresentativo. Con esse si deve lavorare con lame molto vicino al terreno, a volte anche sotto, cercando di non raccogliere troppa terra e sabbia assieme alle foglie. Inoltre, fino a pochi anni fa la raccolta meccanica non permetteva di effettuare la cernita del prodotto in campo, scartando quello ingiallito, di dimensione non consona o rovinato dai parassiti. Le nuove macchine presenti sul mercato hanno ormai raggiunto un elevato livello di precisione ed efficienza e consentono dunque di meccanizzare anche il taglio delle insalatine di quarta gamma: uno degli ultimi baluardi della raccolta manuale, fino all’inizio del secolo. Di seguito una panoramica delle principali macchine presenti sul mercato.
Ortomec e il piano Selecta
La meccanizzazione per la serra si concentra principalmente in Veneto. A Cona (Ve) troviamo per esempio la Ortomec, azienda che da un paio d’anni vende una raccoglitrice semovente assai interessante: la Svk con piano Selecta per una prima vagliatura automatica del prodotto. Strutturalmente, la Svk è abbastanza tradizionale. Abbiamo una lama circolare che taglia le insalate e un tappeto mobile che le porta al piano di lavoro dove saranno messe in cassetta oppure trasferite, tramite un secondo nastro, su un carro che procede a fianco della macchina (soluzione indicata per serre di grosse dimensioni). Il tappeto raccoglitore, così come l’intera macchina, può avere larghezza variabile per adattarsi alla dimensione delle aiuole e della serra del cliente. Caratteristica comune alla serricoltura, infatti, è di non essere ancora riusciti a standardizzare le dimensioni degli impianti; un ostacolo non da poco per la meccanizzazione, visto che i costruttori sono costretti a realizzare le macchine praticamente su misura. Continuando l’analisi della Svk, prima della lama troviamo due dispositivi utili per ripulire almeno parzialmente il prodotto. Il primo è un grosso soffiatore, che dovrebbe allontanare gli insetti più piccoli. È alimentato da un ventilatore posto sopra al tappeto di raccolta e mosso da un motore idraulico. Segue una fila di catenelle, collocata a una decina di centimetri dalla lama, per scacciare gli insetti che avessero resistito al potente soffio del ventilatore. L’altezza di lavoro delle lame può essere decisa dall’operatore ed è mantenuta grazie a un sistema elettronico a tastatori. Il conducente può anche variare l’inclinazione sul lato destro o sinistro e tornare poi a un corretto allineamento premendo il tasto del balance system, posto sulla colonna di guida della Svk. Al termine del piano elevatore, il prodotto può prendere diverse strade. Come abbiamo visto, può finire nelle cassette, che sono accatastate sulla piattaforma della macchina oppure sul carro di appoggio. La versione più interessante della Svk è però quella fornita di piano di preparazione Selecta: un vaglio a cassette che effettua una prima sommaria pulizia del prodotto raccolto e rappresenta, a quanto ci dice la Ortomec, un’esclusiva di questo costruttore. È composto da sei vassoi a movimento indipendente che ricevono il prodotto dal piano di raccolta e lo trasferiscono al nastro trasportatore. Lungo la strada, i vagli fanno cadere, attraverso il fondo forato, impurità e foglie troppo piccole. Secondo la Ortomec, il sistema è ottimo per lo spinacio, perché elimina i cotiledoni gialli della pianta, ma anche per prodotti che si tagliano sotto la superficie sabbiosa, come la valeriana. Inoltre è adatto per lattughino e altre insalate perché scarta le foglie più piccole, che deteriorandosi rapidamente ridurrebbero la durata del prodotto in busta. C’è infine un ulteriore metodo di pulizia in campo, che può essere abbinato al Selecta o usato indipendentemente da esso. Si tratta di un soffiatore identico a quello scaccia-insetti e si colloca tra il tavolo di raccolta e Selecta oppure tra tavolo e nastro di trasporto, entrambi spostati di una ventina di centimetri rispetto alla posizione abituale. Si usa soprattutto quando si lavora su terreni ricchi di sassi: l’insalata, che per gravità cadrebbe a terra, è investita dal getto d’aria e sparata sul nastro, mentre sassi e terriccio, troppo pesanti per essere spostati, finiscono nella vaschetta degli scarti.
Un brevetto per la valeriana
Sempre in Veneto, ma in provincia di Padova, troviamo un altro nome importante per la meccanizzazione della serra, la Hortech. La sua soluzione per il taglio delle insalate (principalmente valeriana, ma anche cicoria e spinacio a ceppo) si chiama Slide, macchina che da circa un anno è stata rinnovata e dotata di un interessante sistema brevettato per la pulizia da sabbia e residui di terriccio. La valeriana, fa notare il costruttore veneto, presenta infatti la problematica dell’inquinamento da sabbia, dovuto al fatto che questa insalata si coltiva su substrato sabbioso e dev’essere raccolta tagliando la pianta sotto la superficie del suolo. Slide Valeriana prova a risolvere il problema con un sistema di pettine a facchini brevettato, che consente la pulizia in concomitanza alla fase di taglio. In pratica, la valeriana dal momento del taglio fino a quando cade nella cassetta resta sempre in posizione verticale, trattenuta dal sistema a pettine. Nel tragitto, inoltre, è delicatamente scossa in modo che possa liberarsi della sabbia residua. Grazie all’efficienza del sistema, la macchina risulta efficace anche su terreni umidi, irrigati sino a qualche momento prima del taglio. Dispone inoltre di un sistema di sensori elettroidraulici che controlla l’altezza della barra, regolandola automaticamente attraverso un meccanismo idraulico proporzionale. Questo è il secondo grande vantaggio della macchina, dal momento che le permette di raccogliere anche su terreno non sabbioso, tagliando comunque a 2 mm sotto la superficie dell’aiuola Nella parte finale del percorso, la valeriana passa dal nastro trasportatore alla pedana, dove gli operatori la possono stoccare in cassette. Come per la Svk di Ortomec, le insalate possono anche finire in un rimorchio laterale, attraverso un secondo nastro trasportatore.
La raccoglitrice diventa elettrica
La vera novità di Hortech, tuttavia, non è tanto nel sistema di raccolta della sua Slide Valeriana quanto nel motore della Slide Eco, che, per la prima volta, non è spinta da un propulsore endotermico bensì da un motore elettrico, alimentato da un nutrito pacco di batterie sistemate sul pianale della macchina e in grado di assicurare fino a 14 ore di autonomia. I vantaggi sono evidenti a tutti: lavorare in serra con una macchina elettrica significa azzerare l’inquinamento da gas di scarico, dannoso in parte per le piante, ma soprattutto per gli operatori che si trovano dentro il tunnel. Con la Eco, tutto questo appartiene al passato, dice Hortech. Inoltre non è soltanto l’inquinamento atmosferico, a sparire, ma anche quello acustico, visto che il motore elettrico è totalmente silenzioso. Infine, l’adozione del motore elettrico elimina le vibrazioni, a tutto vantaggio di chi deve restare sulla macchina per diverse ore. I produttori di orticole biologiche risultano così avvantaggiati, ma in genere tutte le aziende beneficiano di quanto offre la Slide Eco. Hortech non è tuttavia l’unico ad aver pensato a un motore elettrico: La Durso di Aquara (Sa) ha infatti ottenuto, con un mezzo di questo tipo, il riconoscimento di novità tecnica all’Eima 2012. La sua Ell-E è mossa da due motori elettrici indipendenti che agiscono su tutte e quattro le ruote ottenendo una velocità massima di 7 km/h che, per esigenze particolari, possono diventare anche 15. L’autonomia, assicurata da batterie a 48 volt, è di 8 ore, con un costo di ricarica pari a circa 5 euro. La macchina è fornita di lama a nastro e sistema automatico per la regolazione dell’altezza e il livellamento, oltre che di un controllo elettronico per il nastro di trasporto del prodotto raccolto.
Il selezionatore secondo De Pietri
De Pietri è il terzo grande costruttore di raccoglitrici per insalata del mercato italiano. Per il 2014, dicono all’ufficio marketing di Vezzano sul Crostolo (Re), si sta preparando un rifilatore semovente, giunto ormai alla fase di prototipo. Per quanto riguarda le raccoglitrici, invece, abbiamo due novità interessanti su macchine già in produzione. La prima è una versione “campana” della Fr. Nel Salernitano, infatti, si usano serre multi-tunnel, con un’altezza della campata ben maggiore di quella adottata nel Nord Italia. Per questo motivo De Pietri ha modificato la sua raccoglitrice, alzando il piano di lavoro e rendendola più pratica e più confortevole per gli operatori. Secondo intervento è l’adozione del piano di selezione, anch’esso montato sulla gamma Fr; in questo caso sulla 38, una semovente con motore da 30 cavalli. Il tavolo di vagliatura è composto da una piastra forata e da un sistema a camme che scuote il vaglio stesso facendo cadere a terra detriti e piccole foglie. Il sistema, ci spiega Gabriele De Pietri, è richiesto soprattutto nel Salernitano e particolarmente adatto per eliminare i cotiledoni dello spinacino, come abbiamo già visto. Tutti i costruttori si stanno insomma orientando su macchine che prevedono, oltre al semplice taglio e trasporto, anche una prima pulizia del prodotto, trasformando così la raccoglitrice in un vero cantiere mobile per la quarta gamma.
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